Bufera sugli allevamenti di polli dell’azienda Fileni, un report mostra le torture subite dagli animali, brutalmente uccisi.
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Alla sofferenza non c’è mai fine, gli investigatori hanno dimostrato le barbare uccisioni e le torture subite all’interno degli allevamenti dell’azienda Fileni, la quale, nelle pubblicità, si fregia felicemente di essere bio e di tenere alla salute dei propri polli. Una becera propaganda, perché, a guardare le immagini servite dagli investigatori, c’è da rabbrividire.
Le condizioni in cui vengono tenuti i polli sono terribili, tutti ammassati tra loro, come i comuni allevamenti intensivi. Tra l’altro, i polli sono brutalmente uccisi, i lavoratori dell’azienda li prendono tranquillamente per il collo, scuotendoli e spezzando loro le ossa, per poi rigettarli nel mucchio. Uno scandalo che coinvolge un’azienda italiana così affermata.
Allevamento biologico e benessere degli animali? Ma dove? Nonostante le repliche della Fileni, le immagini parlano chiaramente. Gli allevamenti sono dei lager atroci. A mostrare le immagini di alcuni allevamenti italiani è stata la trasmissione Report, di RAI3 . Il servizio, andato in onda il 9 gennaio con il titolo di “Che Polli!” ha suscitato una marea di polemiche.
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Ancora una volta, un’azienda che si fregia di essere eticamente corretta, racconta una marea di frottole, e non tiene conto del benessere degli animali. A documentare la terribile situazione all’interno degli allevamenti della Fileni sono i video registrati dagli investigatori della LAV, inviati poi alla trasmissione Report.
Il 98% dei polli da carne allevati in Italia è di razza broiler, razza selezionata geneticamente proprio per finire presto sulle nostre tavole. Gli animali, geneticamente modificati, crescono in fretta e oltre la norma, sviluppando le parti del corpo più consumate. Nella loro breve vita, i polli subiscono torture e, proprio per via delle modifiche genetiche, si ammalano di frequente.
Gli animali, infatti, sviluppano malattie cardiache e respiratorie. Tra l’altro, questi vivono ammassati, fanno fatica a camminare liberi e sono a rischio infezioni e virus, poiché si feriscono e sono costretti a vivere immersi nello loro feci. I consumatori sono all’oscuro di tutto e acquistano questi prodotti inconsapevolmente, ignorando cosa c’è dietro.
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Se si vuole fermare questo massacro insensato, non c’è altra soluzione che acquistare carne da allevamenti privati, locali e di propria conoscenza, con la certezza che sia carne bio e genuina. Oppure, ancora meglio, la soluzione è rappresentata da un regime alimentare di base vegetale. Ridurre il consumo di carne è l’unico modo per cambiare davvero le cose.