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Addio al nucleare, le scorie le pagano i cittadini: il caso del Belgio

L’addio al nucleare per il 2025 da parte del Belgio diventa un caso particolare: vediamo cosa era previsto e cosa è cambiato

 

Reattori-Facebook-collage OrizzontEnergia.it

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Il nucleare in questi anni ha tenuto banco in molti paesi sull’opportunità del suo utilizzo in un momento di grandi cambiamenti rispetto alle fonti alternative sostenibili. La transizione energetica ci impone un cambio di rotta con la progressiva decarbonizzazione del Pianeta e la riduzione delle emissioni di Co2. In questo contesto storico l’energia nucleare rappresenta il 10% di tutta l’energia prodotta a livello mondiale.

Oltre la metà dei reattori nucleari nel mondo esistono da più di trent’anni e nei prossimi anni verranno disattivati, anche se l’Agenzia Internazionale per l’Energia Nucleare ritiene che fino al 2050 la quota di elettricità di origine nucleare continuerà ad aumentare in tutto il globo. Infatti sono stati costruiti ben 53 nuovi reattori e 118 sono in fase di progettazione tra Cina, India e Russia.

Il caso del Belgio

Sito nucleare belga Doel-Facebook-OrizzontEnergia.it

Il Belgio è uno di quei paesi che hanno previsto lo spegnimento e la disattivazione dei propri reattori nucleari. Ne ha 6 in funzione distribuiti su due impianti. Ma la situazione geopolitica con lo scoppio della guerra in Ucraina ha determinato gli stravolgimenti noti in ambito energetico e la situazione è decisamente mutata.

La contingenza internazionale che fa temere difficoltà negli approvvigionamenti energetici ha determinato un cambiamento nelle intenzioni governative del Belgio. In pratica lo spegnimento di due reattori belga è slittato, per volontà dello stato, di dieci anni e precisamente è stato rimandato al 2036.

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Lo stop previsto per il 2025 avverrà comunque poiché non si può arrestare l’iter già avviato, ma grazie ad un accordo con Engie Electrabel, verranno riavviati tempo un anno. Il vantaggio ottenuto dalla società Engie è un tetto sui costi di gestione delle scorie nucleari. L’incertezza dei costi di smaltimento verrà addebitata come spesa allo Stato del Belgio e quindi ai suoi contribuenti.

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Non è però stato stabilito un prezzo che verrà determinato all’aumentare dei rifiuti radioattivi. Alla fine lo Stato belga diventerà proprietario dei due reattori Doel 4 e Thiange 3 e gestirà direttamente circa l’8% del fabbisogno energetico del paese. Così il governo si è assicurato un’ancora di salvataggio rispetto ad eventuali penurie di energia a livello internazionale.