Considerando il surriscaldamento globale, quale sarà il destino delle località sciistiche durante le vacanze invernali, negli anni a venire?
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Il surriscaldamento globale è una problematica inquietante, quanto reale. E ne osserviamo gli effetti di anno in anno: le temperature aumentano e i fenomeni atmosferici diventano sempre più disastrosi. Bufere di neve e piogge fuori controllo, che provocano allagamenti, sono largamente diffusi in inverno. Mentre nel periodo estivo, i termometri toccano temperature infernali.
Una crisi senza precedenti, coinvolge le località sciistiche, che hanno dovuto fare ricorso alla neve artificiale in mancanza di quella naturale. Ma le previsioni non sono assolutamente rosee, nonostante si possa fare ricorso alla neve sintetica, perché ce ne vorrebbe più di quanta è possibile produrne.
Le previsioni sul futuro: si potrà sciare nel 2100?
Gli scienziati dell’Università di Basilea, hanno raccolto dati sui pendii dell’Andermatt-Sedrun-Disentis, una località sciistica in Svizzera con oltre 100 km di pista. Tenendo presente la crisi climatica e la quantità di acqua necessaria per produrre la neve artificiale, hanno decretato che nel 2100 il rischio sarebbe quello di non avere i mezzi necessari perché la pista possa di fatto essere operativa come lo è nel presente.
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Sia la neve artificiale, che naturale, non sarebbe disponibile come accade adesso, decretando di fatto delle enormi limitazioni. Niente più scarponi, scii e brindisi sulla neve per il nuovo anno, se il problema del clima continuerà ad aggravarsi, come sta accadendo. La stagione sciistica nel 2100 non arriverebbe neanche a 100 giorni.
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Il problema è il surriscaldamento: le temperature non scenderebbero abbastanza neanche per garantire la tenuta della neve artificiale. Caldo e umidità non garantiscono le condizioni ideali affinché possa esserci la neve.
Le vacanze sulla neve quindi non scomparirebbero del tutto, ma sarebbero limitate a periodi sempre più brevi e dovrebbero spostarsi a quote sempre più alte. Questo avrebbe dei costi sia ecologici e ambientali, che economici, esorbitanti.
Dallo studio emerge che il resort preso in esame avrebbe dei consumi dell’80% superiori. Soprattutto si porrà il problema dell’acqua da attingere come fonte per creare la neve artificiale. La crisi nel settore comporterebbe costi sempre più alti, per cui solo persone particolarmente facoltose riuscirebbero a sostenere le spese necessarie a questo genere di vacanze.