Avvistare questo incredibile animale gigante in mare è davvero raro. Le immagini lasciano tutti a bocca aperta
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In Giappone esistono diverse leggende e racconti tradizionali riguardanti animali giganti, come il serpente giapponese chiamato Orochi e la tartaruga gigante Genbu. Alcune di queste creature sono anche rappresentate in arte e folklore giapponese. Inoltre, il Giappone è famoso per i suoi robot giganti come Gundam e Neon Genesis Evangelion.
Ma il più famoso è, senza ombra di dubbio Godzilla. Un mostro cinematografico giapponese, protagonista di una serie di film e franchise di media. La prima apparizione di Godzilla è avvenuta nel film omonimo del 1954 diretto da Ishirō Honda. La trama? Una creatura marina mutante, causata dall’esposizione alle radiazioni nucleari, che distrugge la città di Tokyo. Da allora, la figura di Godzilla è diventata un simbolo iconico della cultura pop giapponese e internazionale. Eppure nelle acque di Tokyo è stato avvistato un’impressionante animale gigante. Altro che quelli visti nei film o di cui si parla nei miti nipponici…
La tranquilla giornata di nuotata in mare di Yosuke Tanaka e sua moglie Miki si è trasformata in un’incredibile esperienza quando si sono trovati faccia a faccia con un calamaro gigante di 2 metri e mezzo. Mentre nuotavano in una baia al largo della costa occidentale del Giappone, l’enorme mollusco stava nuotando vicino alla superficie dell’acqua in una zona ricca di alghe. Incontrare questi animali in questo modo è molto raro, poiché di solito abitano le profondità abissali nei pressi di piattaforme continentali ed insulari nell’Oceano Atlantico e Pacifico. Per vederli nell’ambiente naturale, sarebbe necessario immergersi in profondità con un sottomarino e navigare per circa 1000 metri, dove la luce è scarsa e orientarsi è difficile. Pertanto, gli incontri con questo mollusco sono spesso dovuti al caso, come nel caso di Yosuke e Miki, che sono riusciti a catturare il momento in un video.
Nel video condiviso da Yosuke Tanaka e sua moglie Miki, è possibile ammirare l’enorme creatura del calamaro gigante mentre si lascia trasportare dalla corrente con movimenti lenti e pacifici delle braccia e dei tentacoli. Le grandi ali di tessuto che circondano la testa dell’animale gli permettono di muoversi agilmente nell’acqua. Il colore rossastro del calamaro si distingue nettamente dal blu dell’oceano circostante. E’ evidente come l’enorme cefalopode sembri spaesato e disorientato, probabilmente a causa della sua risalita dalle profondità abissali, lontano dal suo habitat naturale.
Il dottor Tsunemi Kubodera, ricercatore del Museo Nazionale della Natura e della Scienza di Tokyo, ha spiegato che i calamari giganti raggiungono le dimensioni osservate nel video di Yosuke Tanaka e sua moglie Miki intorno ai 1-2 anni di età. Può sembrare sorprendente, ma alcuni studi sui molluschi hanno dimostrato che possono raggiungere lunghezze massime di 10 metri per le femmine e 13 metri per i maschi. Il peso massimo stimato è intorno ai 150 chili per le femmine e 275 chili per i maschi.
Il calamaro gigante trascorre la sua vita nutrendosi di pesci di mare profondo e altre specie di calamari. Cattura la preda utilizzando i due tentacoli, afferrandola con gli anelli di ventose posti alle estremità. Successivamente, porta la preda al potente becco corneo per straziarla. Per adattarsi alle condizioni di oscurità pressoché costante delle profondità in cui vive, ha sviluppato occhi giganteschi, di circa 30 centimetri di diametro. Di solito, non si avvista lungo le coste, e se ciò avviene, spesso significa che l’animale è prossimo alla morte.
L’ultimo avvistamento di un calamaro gigante risale all’aprile 2022, quando un esemplare di tre metri fu trovato sulla spiaggia di Ugu nella città di Obama, in Giappone. Anche in quell’occasione, l’evento aveva suscitato l’interesse immediato dei cittadini e degli scienziati dell’Echizen Matsushima Aquarium, che erano arrivati subito per studiare l’esemplare eccezionale e capire di che specie si trattava.
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Gli scienziati non sono certi del motivo per cui a volte questi individui possono trovarsi in superficie. Tra le maggiori minacce per gli animali delle acque profonde c’è l’inquinamento acustico, e in particolare i suoni forti a bassa frequenza, come quelli emessi durante le indagini sismiche, causano i traumi più significativi. L’inquinamento potrebbe disorientarli al punto da farli salire in superficie, condannandoli a morte poiché il loro corpo non è adattato a nuotare in acque poco profonde.
Come dimostrano questi animali, gli organismi possono adattarsi anche a vivere in condizioni estreme e in habitat remoti. Ecco perché dobbiamo sempre tenere presente che anche le opere ingegneristiche più piccole influenzano gli animali. Anche quelle che riteniamo essere insignificanti dal punto di vista dell’impatto ambientale, perché fatte in ambienti lontani e isolati, possono avere effetti negativi sugli organismi che li abitano. Questo perché la vita si nasconde in posti inimmaginabili e dobbiamo fare attenzione a non distruggerla.