Riscaldamento globale e lo schermo creato dalle polveri sollevate dai venti del deserto: scopriamo cosa è successo e le possibili conseguenze
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Il cambiamento climatico causato principalmente dal riscaldamento globale, comporta numerose conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti. Da qui la necessità di monitorare gli effetti e sviluppare studi che possano analizzare quanto accade nella nostra atmosfera. Tutto ha rilevanza e tutto può condizionare o meno gli stravolgimenti degli eventi atmosferici.
La siccità, che ha interessato ampiamente i mesi estivi passati, ci ha ricordato quanto il clima possa determinare molteplici effetti poco considerati. Per esempio il trasporto della sabbia a causa dei venti del deserto. Il fenomeno è sempre esistito tanto da essere considerato una variabile chiave dell’atmosfera, giocando un ruolo nel tempo, nel clima e nella composizione atmosferica.
I deserti, in particolar modo il deserto del Sahara con la sua gigantesca estensione, sono la principale fonte globale di polvere atmosferica. Il solo Sahara ne produce il 50% del totale, seguito subito dopo dal deserto asiatico del Gobi. Gli effetti di questo rilascio continuo di polveri di sabbia nell’atmosfera è stato oggetto di studi scientifici molto interessanti.
Il tema messo al centro dell’analisi è proprio l’effetto sul clima delle particelle di sabbia sospese nell’atmosfera. Per prima cosa si evidenzia che vi è stato, nell’ultimo secolo, un aumento del 55% della quantità di questi granuli sollevati nell’atmosfera. Questo dato però non viene inserito nei modelli climatici, rimanendo in sordina. In realtà rimettendolo al centro delle analisi le evidenze appaiono complesse e sfaccettate.
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L’ambivalenza sta nel fatto che la presenza della sabbia nell’atmosfera può sia contribuire al riscaldamento globale, sia contemporaneamente provocare il raffreddamento del clima. Le particelle possono infatti riflettere la radiazione solare, schermando di fatto la Terra, proteggendola dai raggi solari eccessivi. Un altro effetto positivo della dispersione di granuli sabbiosi nell’aria è la loro parziale caduta sugli oceani, che ne vengono fertilizzati, aumentando la crescita di fitoplankton, importante risorsa per l’assorbimento di Co2.
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In effetti le conclusioni dello studio parlano di una riduzione del riscaldamento globale grazie alle polveri sollevate nell’atmosfera dal Pianeta. La percentuale identificata è un – 8% del riscaldamento globale totale che in questi anni ha interessato la Terra. Diventa quindi importante considerare più attentamente la variabile rappresentata dalla percentuale di polveri di sabbia e il suo interagire con il riscaldamento globale.