La Francia compie un passo importante verso la sostenibilità: previsti aiuti per i coltivatori che entro il 2023 aboliranno il glifosato fra le sostanze impiegate.
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Sul mercato sono disponibili numerosi prodotti da utilizzare in ambito agricolo per incentivare la crescita delle piante oppure eliminare parassiti ed erbacce che ne ostacolano la prosperità.
C’è però un ma. Non tutti questi prodotti, anzi, la maggior parte di essi, sono ecosostenibili o ben tollerati dall’ambienti. Oggi spostiamo il focus sul glifosato, un erbicida al centro di numerose controversie.
La Francia combatte il glifosato: ecco le prime misure
Il glifosato, prima ancora che essere un erbicida, è un composto chimico. In agricoltura ha subito spopolato per via dell’efficacia mostrata sul campo, tuttavia, non c’è mai stata troppa cura nel considerare le potenziali ed effettive conseguenze del suo utilizzo. Il glifosato è un elemento nocivo tanto per la salute dell’uomo quanto per quella dell’ambiente.
Questo composto è al centro di numerosi studi e dibattiti ed in Europa si iniziano a mettere in pratica i primi provvedimenti anti-glifosato. Fra le prime nazioni a muovere passi in questo senso c’è la Francia la quale ha disposto e stanziato un fondo da destinare agli imprenditori agricoli che faranno a meno del glifosato.
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La misura messa in atto dal governo è valida per l’anno corrente e il fondo ammonta a 215 milioni di euro di aiuti. La Commissione europea ha accordato il via libera al governo pertanto tutti quegli agricoltori che nel 2023 faranno a meno del glifosato riceveranno sostegno economico per acquisti potenzialmente più esosi da dover fare in alternativa.
Il piano di aiuti è in attesa di approvazione dal 2021 e cade sotto la categoria delle leggi finanziarie. Concede un credito d’imposta annuale di 2.500 euro per azienda agricola. Per l’estate a venire si aspetta il verdetto definitivo dell’EFSA (Autorità euoropea per la sicurezza alimenare) circa l’abolizione totale del glifosato dal mercato o la conferma per il rinnovo dell’utilizzo.
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L’ECHA, Agenzia europea delle sostanze chimiche, aveva già categorizzato il glifosato come sostanza nociva in grado di provocare danni oculari e morte per le specie acquatiche. In compenso, non è cancerogeno (sic!). In Germania uno studio condotto dall’Università di Costanza ha definito l’effettiva minaccia rappresentata dal glifosato per le colonie di api selvatiche.