Ordini online: fare il reso è diventato un problema per l’ambiente

Ordini online con il reso, quanto fanno male all’ambiente? Ecco perché è una pratica che non è affatto sostenibile

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Acquisti sul web (Canva) – Orizzontenergia.it

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Oggi gli acquisti online rappresentano la quotidianità per gran parte della popolazione. Non solo più i giovani si rivolgono agli store sul web per compere di diverso genere ma anche le persone più adulte che ormai nella rete ci navigano bene. Uno degli usi più frequenti, soprattutto quando si tratta dell’acquisto di indumenti, scarpe e accessori, è quello del reso.

Una pratica inserita dalle grandi aziende per invogliare il cliente all’acquisto dandogli la possibilità di cambiare l’articolo qualora non vada bene o dal vivo non gli piaccia affatto, il tutto in maniera gratuita. Ma sai che proprio questo metodo che almeno tutti una volta abbiamo usato, è dannoso per l’ambiente? Ci hai mai pensato? Le conseguenze di questa pratica non sono poche e nemmeno lievi.

Ordini online: perché fare il reso è dannoso per l’ambiente

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Shopping online (Canva) – Orizzontenergia.it

Fare il reso per gli ordini online è gratuito per chi acquista ma non per le aziende che lo emettono. Gli utenti lo percepiscono come un meccanismo lineare che prevede l’invio indietro del pacco se l’articolo non piace così che l’azienda lo possa rivendere. In realtà non è questo quello che accade. Innanzitutto, perché il pacco va stoccato e risistemato prima di essere messo in vendita.

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In secondo luogo, poi, non è detto che quell’articolo ritorna in catalogo. Spesso, infatti, le grandi aziende inseriscono tutti i prodotti restituiti sui mercati secondari con siti di rivendita o sui marketplace come eBay per non sprecare l’articolo ma senza rivenderlo come nuovo soprattutto se non tutti gli standard vengono rispettati. E poi c’è l’aspetto ambientale. Quanto cosa al pianeta la politica del reso in fatto di emissioni e di spreco?

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Tantissimo! Sia perché il pacco deve ritornare indietro e dunque si rimette in moto la catena del ritiro e della consegna in azienda che, come sappiamo, viaggia su gomma e dunque produce ulteriori emissioni nocive rispetto a quelle già emesse per il primo step. Inoltre, i prodotti resi spesso finiscono tra i rifiuti sia da parte delle aziende ma a volte anche da parte degli stessi utenti. Questo accade quando la casa madre annuncia di poterli tenere senza restituirli ma la maggior parte delle persone li butta. Secondo il Guardian, “solo negli Stati Uniti finiscono in discarica ogni anno 2,6 tonnellate di resi, un dato che si impenna in particolare dopo le festività”.

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