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L’Antartide è la più grande distesa di ghiaccio del mondo, situata intorno al Polo Sud. È un continente desertico, privo di vegetazione e abitato solo da alcune specie animali come pinguini, foche e balene. Il clima è estremamente freddo e ventoso, con temperature che possono scendere fino a -89 gradi Celsius. Questo è circondato dall’Oceano Antartico e separata dall’America del Sud, dall’Africa e dall’Australia da correnti oceaniche.
È una zona di grande interesse scientifico, in quanto fornisce informazioni sull’evoluzione del clima e delle condizioni ambientali del pianeta. L’Antartide è anche una zona di importanti risorse naturali, tra cui acqua dolce e minerali. Ma oltre a questi nei giorni scorsi sono stati trovati cinque incredibili oggetti, il cui più grande pesa oltre i 7 kg.
Ecco cosa è stato trovato in Antartide
In pochi sono a conoscenza che l’Antartide è un luogo ideale per la raccolta di meteoriti a causa del suo clima secco e freddo, che preserva le rocce spaziali dalle alterazioni causate dagli agenti atmosferici. Inoltre, le rocce nere si evidenziano chiaramente sulla neve, rendendo la loro individuazione più facile.Il movimento dei ghiacciai contro la roccia sottostante aiuta a riportare i meteoriti alla superficie dell’Antartide, dove sono facilmente visibili.
Recentemente, un team internazionale di ricercatori è tornato dal continente con cinque nuovi meteoriti, tra cui uno di 7,6 chilogrammi. La ricercatrice Maria Valdés stima che solo un centinaio dei circa 45mila meteoriti recuperati dall’Antartide negli ultimi 100 anni abbiano dimensioni simili o maggiori. “Le dimensioni non sono l’unico fattore importante per i meteoriti, anche i piccoli micrometeoriti possono essere estremamente preziosi dal punto di vista scientifico“- afferma Maria Valdés – “Trovare un meteorite di grandi dimensioni come quello appena recuperato è raro e davvero emozionante“.
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La missione guidata da Vinciane Debaille dell’Université Libre de Bruxelles (Fnrs-Ulb) ha visto la partecipazione di Maria Valdés, Maria Schönbächler dell’Eth-Zurigo e Ryoga Maeda della Vub-Ulb. Il team è stato il primo a esplorare potenziali siti di meteoriti mappati utilizzando le immagini satellitari di Veronica Tollenaar, una studentessa di Glaciologia presso la Ulb. “Esplorare aree sconosciute è emozionante – ha dichiarato Debaille – ma abbiamo dovuto anche affrontare la dura realtà dei luoghi in cui siamo stati, molto diversa dalla bellezza delle immagini satellitari.”