Crollo alberi in città: tutti pensano che è colpa del maltempo ma non è così. Ecco perché capitano questi episodi molto pericolosi
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Negli scorsi giorni il freddo ma anche il maltempo ha imperversato lungo la nostra Penisola. Diverse le zone che sono rimaste isolate per via del manto bianco ma anche per la forte pioggia che come sempre non ha risparmiato danni lungo il territorio, in città come nelle zone di campagna.
A Napoli, nello specifico, si è verificato un pericolassimo crollo. Un albero in piazza Cavour è finito sulla strada. Per fortuna i danni sono stati esigui. Ad essere colpita una vettura che era lì in sosta ma in un momento diverso la situazione poteva rivelarsi ben peggiore. Un evento esito del maltempo quello che si è detto all’inizio “affidando” le responsabilità al forte vento degli scorsi giorni. Solo congetture, le cause sono altre come ha spiegato l’esperto.
Il crollo del leccio a Napoli non è da imputare a forte vento, parola di Roberto Braibanti, noto ambientalista napoletano e presidente di Gea Ets che ha voluto fare delle precisazioni su quanto successo in piazza Cavour. Lo studioso ha spiegato che per capire le reali cause del fatto è necessario chiamare in causa la biomeccanica vegetale, ovvero la disciplina che si occupa di capire e studiare il comportamento delle strutture biologiche nel momento in sui sono “sottoposte a sollecitazioni statiche o dinamiche”.
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Braibanti ha parlato tramite i social affidandosi alle parole del prof Ferrini che parla di crescita adattiva quando negli alberi che sono indeboliti per varie cause e sottoposti a molte sollecitazioni, si produce nuovo legno che però porta alla creazione di irregolarità nella forma della pianta facendo parlare di ‘difetti’. Un adattamento che il vegetale attiva ed una sorta di compromesso per garantirsi il supporto strutturale portando avanti le funzioni biologiche. Proprio per questo l’albero si adatta all’habitat nel quale si trova e cambia, anche se male, nel tempo. Vale lo stesso quando l’albero viene potato male, spiega Braibanti. Tende a deformarsi ma anche ad essere più fragile avendo una maggiore esposizione e rischio con il vento forte.
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È quello che è successo all’albero di piazza Cavour, sottolinea l’ambientalista: “era stato potato male più volte e si può vedere dai rami e dalla conformazione della sua chioma, subendo negli anni parecchi tagli drastici”. Un esempio, questo, che dovrebbe far riflettere inducendo a modificare alcuni modi di fare del tutto sbagliati e capendo una volta per tutte che la manutenzione del verde è cosa seria. Non farlo nel modo adeguato aumenta la pericolosità in città.