Avete mai sentito parlare dell’Echidna? Un nuovo studio ha svelato come questo simpatico animale sopravvive al caldo estremo
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L’echidna, un animale che popola il continente australiano, si distingue per la sua bizzarria tra gli altri animali del continente. Simile al suo parente stretto, l’ornitorinco, l’echidna condivide alcune caratteristiche straordinarie: mangia formiche e termiti come i formichieri, è coperto di spine come i ricci e gli istrici, depone le uova come un uccello e ha un pene a quattro teste. Inoltre, non presenta alcuni adattamenti che ci si aspetterebbe di trovare in un animale che vive nell’outback australiano, dove le temperature di giorno possono superare i 40 °C.
Questo è un animale che, a causa della sua mancanza di ghiandole sudoripare, dovrebbe avere difficoltà a sopravvivere in condizioni di caldo estremo. Tuttavia, un recente studio pubblicato su Biology Letters ha scoperto che l’echidna è in grado di sopravvivere al caldo senza troppe difficoltà, grazie alla sua capacità di far esplodere bolle di muco dal naso.
L’echidna non è in grado di sfruttare i classici sistemi di raffreddamento dei mammiferi, come la sudorazione, l’ansimare o leccare il corpo per mantenere una temperatura corporea adatta. Per questo si pensava che avesse una bassa tolleranza al calore, e che già una temperatura dell’aria pari a 35 gradi potesse essere letale per loro. In passato si pensava che le echidne trascorressero la maggior parte delle loro giornate acciambellate in rifugi freschi come il cavo di un albero, uscendo solo di notte.
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In realtà, un’analisi delle condizioni termiche dei rifugi dove le echidne passano la maggior parte delle loro giornate, come i tronchi cavi, ha rivelato che la temperatura può raggiungere e superare i 40 gradi. Questo significa che le echidne hanno una tolleranza al calore maggiore di quanto si pensasse in precedenza e che hanno sviluppato dei sistemi per raffreddarsi. La scoperta è stata fatta dal team della Curtin University di Perth.
Lo studio ha identificato questi sistemi come “finestre di evaporazione”. Si tratta di parti del corpo non coperte da spine, che consentono all’echidna di dissipare il calore o addirittura di raffreddarsi. Ad esempio, il ventre e le zampe sono finestre di evaporazione, che l’echidna poggia su un terreno fresco per abbassare la sua temperatura corporea.
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La finestra più interessante, tuttavia, è quella sulla punta del naso, che deve essere sempre umida per aiutare l’animale nella ricerca delle sue prede, basata sui recettori elettrici. Questa condizione aiuta anche nella dispersione del calore: quando fa troppo caldo e l’echidna rischia di seccarsi, emette piccole bolle di muco che “esplodono” sul naso, bagnandolo e mantenendolo relativamente fresco. È grazie a questi adattamenti che l’echidna riesce a sopravvivere e persino prosperare in temperature che pensavamo potessero essere letali per loro.