E’ sempre più importante differenziare i nostri rifiuti, non solo per l’ambiente, ma anche per le nostre tasche
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Secondo il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente, UNEP, e in particolare secondo la Convenzione di Basilea del 1989, i rifiuti sono sostanze od oggetti che sono destinati ad essere smaltiti in base alle disposizioni della legislazione nazionale.
L’Unione europea, li definisce come qualsiasi sostanza od oggetto di cui il detentore si disfi o abbia l’intenzione o l’obbligo di disfarsi. Questa descrizione è la stessa che si trova nella normativa italiana nel decreto legislativo 3 aprile 2006 n. 152, cosiddetto Testo unico ambientale, modificato successivamente nel 2010, in attuazione della direttiva 2008/98/CE.
Il verbo disfarsi equivale ad avviare un oggetto o sostanza ad operazioni di smaltimento o di recupero. Tutti noi abbiano a che fare con questi materiali in ambito domestico. Il nostro compito è quello di impegnarci affinché lo smaltimento possa avvenire in modo da impattare il meno possibile sull’ambiente.
Conosciamo l’organizzazione dei nostri paesi, o città, che è gestita da Comuni o Cooperative o aziende e catalogata con l’acronimo RSU che significa Rifiuti Solidi Urbani, a livello internazionale MSW dall’inglese Municipal Solid Waste.
Meglio differenziare bene la spazzatura se non si vogliono pagare multe salate
La raccolta differenziata, comprende carta e cartone, vetro, metalli, plastica e l’organico. Il resto si classifica come indifferenziato e quando è ingombrante va portato all’isola ecologica. La legge pone il divieto di gettare, versare e depositare su aree pubbliche e private o ad uso pubblico, canali, corsi d’acqua, fossati, argini e i cigli stradali, cartacce o altri materiali minuti, immondizia, scarti di qualsiasi tipo, natura e dimensione.
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In questo caso i responsabili possono avere le sanzioni previste dall’art. 255 del DLgs 152/06, Norma in materia ambientale, Parte IV, Titolo VI, che vanno da 300 a 3000 euro. Ci sono, poi, molte altre distinzioni, ai titolari di imprese ed ai responsabili di enti che abbandonano o depositano in modo incontrollato i rifiuti.
Ovvero li immettono nelle acque superficiali o sotterranee in violazione del divieto di cui all’articolo 192, commi 1 e 2. si applica un’ammenda da 2600 euro a 26000 euro se si tratta di rifiuti non pericolosi. In provincia di Firenze, ad esempio, c’ è stata la denuncia del legale rappresentante di una ditta edile, per aver abbandonato presso un parco, della mobilia e suppellettili varie.
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Attraverso le immagini delle telecamere i carabinieri sono risaliti al responsabile che si è avvalso della procedura estintiva del reato come previsto dalla normativa. Per evitare il processo e la relativa condanna, ha pagato una sanzione pecuniaria di 6.500 euro.