Un team di scienziati si è prodigato in un esperimento teso a trovare risposta ad una importante domanda sul rapporto fulmini e laser.
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Nuove scoperte stanno emergendo con una costanza invidiabile, merito indubbiamente del gruppo di esperti che sanno sempre come attivarsi per offrire un loro contributo scientifico e che si tramuta in un supporto per la collettività. Quindi sono tante le novità introdotte per rendere la nostra vita lieta e con meno pregiudizi.
Questo ad esempio è quello che si sta tentando di fare per meglio disciplinare una minaccia che appare soprattutto in questo periodo dell’anno, ovvero le tempeste e quindi i fulmini. Ed il connubio che il team di ricerca ha trovato è assolutamente geniale. Vediamo l’esperimento condotto sul campo.
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I raggi laser possono proteggerci dai fulmini, questa è la conclusione a cui è arrivato un team di ricerca coordinato dall’Institut Polytechnique de Paris a Palaiseau, in Francia. Tale progetto già dal titolo “guida laser di un fulmine” appare assolutamente inequivocabile. Nel corso dello studio sono stati emessi impulsi laser, sparati nel cielo. Questo ha offerto un percorso privilegiato per le scariche elettriche, mandate così a distanza. Una scoperta sensazionale che ci potrebbe così difendere dai fulmini.
Una tecnica che chiede il supporto del classico parafulmine; il metallo essendo un materiale conducibile attira i fulmini e scarica l’elettricità a terra. Ma l’area protetta dal parafulmine varia a seconda della sua altezza. Tuttavia un laser potrebbe arrivare molto lontano, intercettando persino i fulmini distanti e facendoli scaricare sulle citate aste.
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L’esperimento è stato condotto in Svizzera, precisamente in cima al monte Säntis, dove sono stati installati parafulmini e laser. Proiettato verso il cielo per circa sei ore in totale per catturare i temporali avuti dal mese di luglio a settembre 2021, ha lanciato degli impulsi su lunghe distanze. “un importante passo avanti nello sviluppo di una protezione dai fulmini basata su laser per aeroporti, rampe di lancio o grandi infrastrutture” questo è il commento a caldo degli studiosi che si reputano al momento soddisfatti del risultato ottenuto dall’esperimento.