I reattori della centrale nucleare di Fukishima, dopo 11 anni dallo tsunami, sono ancora caldi. E ora il Giappone pensa allo sversamento
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Uno tsunami è un’onda di mare causata da un terremoto, un’eruzione vulcanica o un’eruzione sottomarina. Può essere generato anche dalla caduta di un asteroide o un meteorite, o da una frana in mare. Le onde possono essere molto alte e causare danni significativi sulla costa. Gli tsunami possono viaggiare ad alta velocità nell’oceano, ma la loro altezza diminuisce man mano che si avvicinano alla costa. In alcune zone, le onde possono diventare molto alte e causare inondazioni, danni alle strutture e perdite di vite umane.
Ne sa qualcosa il Giappone che, l’11 marzo 2011, fu colpito da un terremoto di magnitudo 9,0 seguito da uno tsunami. L’evento ha causato la morte di oltre 15.000 persone e ha causato un grave incidente nucleare nella centrale nucleare di Fukushima Daiichi. La centrale è stata gravemente danneggiata dallo tsunami, causando la fusione di tre dei sei reattori e la fuoriuscita di radiazioni. La situazione è stata classificata come un incidente nucleare di livello 7. Ovvero il livello più alto della scala Internazionale di Eventi Nucleari. Le conseguenze ambientali e sanitarie dell’incidente sono ancora oggetto di studio. Quel che è certo è che gli Stati insulari del Pacifico sono molto preoccupati per quel che può succedere ad agosto.
Nuovo incubo nucleare per le Isole del Pacifico. Il motivo
Gli Stati insulari del Pacifico stanno nuovamente affrontando la minaccia nucleare. Il Giappone è infatti vuole sversare nell’Oceano Pacifico oltre un milione di tonnellate di acqua utilizzata per raffreddare i reattori della centrale nucleare inutilizzata dal 2011, a causa dei danni causati dal terremoto e dallo tsunami. Nonostante siano trascorsi 12 anni, i reattori rimangono ancora caldi.
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L’Autorità per la regolazione del nucleare di Tokyo ha dichiarato che, secondo i test effettuati, l’acqua non è più contaminata. Ma i 18 stati che compongono il Pacific Islands Forum temono che lo sversamento possa danneggiare l’ecosistema, l’economia e la salute delle persone delle isole del Pacifico. Le conseguenze dei test nucleari degli anni ’40-’50 alle isole Marshall e quelli francesi a Mururoa continuano ad essere enormi fino ai giorni nostri.