Perché i batteri che mangiano la plastica non sono la soluzione al nostro problema? Ecco cosa c’è da sapere sulla curiosa ricerca.
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Una delle principali piaghe della nostra società è sicuramente l’inquinamento: tonnellate di materiali nocivi – in primis la plastica – vanno a finire sui nostri mari con effetti ormai disastrosi. Ad oggi non possiamo certamente gettare un colpo di spugna e rimuovere i decenni di noncuranza e mancato rispetto del mondo che ci circonda, tuttavia qualcosa la si può ancora fare.
Come ad esempio limitare i danni e questo lo si può ottenere solo insegnando alle generazioni future a maturare un senso civico accentuato in modo che tutto avvenga assolutamente spontaneo. Con la speranza altresì di trovare delle valide soluzioni per fronteggiare tale piaga, gli esperti si sono già messi all’opera.
Batteri che mangiano la plastica, è una valida soluzione al problema?
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Un team di ricercatori ha condotto degli esperimenti in laboratorio, ricerche che hanno risposto in maniera inequivocabile alla loro domanda ovvero che esiste un batterio marino, chiamato Rhodococcus ruber, in grado di digerire lentamente il polietilene (PE), la plastica comunemente usata per borse, buste ed imballaggi. Tutto è partito da un dato sconcertante ovvero che ogni anno una componente di plastica finita ad inquinare i mari scompare.
Oggi si è avuta la certezza che questi batteri riescono a mangiare questi rifiuti in natura. Tale ricerca è stata pubblicata sul Marine Pollution Bulletin, dove si riporta chiaramente quanto scoperto ovvero che questi batteri riescano a digerire la plastica in CO2 ed altre molecole. Già si sapeva che il batterio Rhodococcus ruber fosse capace di formare un biofilm sulla plastica in natura al di sotto del quale la plastica scompare.
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Ma adesso grazie a questa scoperta, si ha la certezza che tali batteri digeriscono la plastica. Nonostante l’importante passo in avanti compiuto, non è tutt’oro quel che luccica: a quanto pare infatti la presenza di questi microrganismi non basta a risolvere il problema dell’inquinamento. E’ troppo lento il processo per togliere questa ingombrante presenza di plastica.