Si parla tanto di sostenibilità ambientale e transizione ecologica ma quali sono i passi effettivamente mossi in tale direzione? Vediamo le prime invenzioni.
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Transizione ecologica e sostenibilità ambientale sono le parole chiave dei primi decenni dell’anno 2000. Questo millennio ci ha portato innanzitutto le conseguenze disastrose di anni di noncuranza e sfruttamento della nostra casa, il pianeta terra.
E no, come molti giornali si divertono a dire, non si tratta di filoambientalismo new-age, quello che affrontiamo oggi è l’effettivo declino della società capitalistica previsto e preannunciato da K. Marx nel 1867. Parliamo delle invenzioni che aiuteranno la transizione.
Fra le invenzioni che stanno cambiando il pianeta rientrano sicuramente delle novità di cui non siamo ancora pienamente al corrente poiché sperimentate ed attuate in parti diverse del mondo. La crisi climatica e ambientale (che cela la crisi di un intero sistema di produzione) viene infatti combattuta nella quotidianità grazie a nuovi dispositivi ingegnosi e ingegneristici.
Partiamo dall’acqua, nostra amica essenziale alla vita nostra e di tutto l’habitat terrestre. L’invenzione di cui ti parliamo sorge per limitare l’inquinamento da plastica, il polimero più difficile da degradare causa della decimazione di numerose specie marine e dell’inquinamento di fiumi, mari e oceani.
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L’invenzione consisterebbe di gocce di acqua potabile, ovvero delle capsule biodegradabili in grado di contenere l’acqua necessaria a dissetarsi al bisogno, che si sciolgono in bocca. Bere dell’acqua equivarrà a mangiare una pallina d’acqua che una volt in bocca ci disseterà. Ma andiamo avanti. Molto in voga è recentemente l’istituzione di discoteche capaci di creare e produrre energia.
Come funzionano? I piedi dei danzatori, battendo sul pavimento, creano energia elettrica. Una discoteca ricca di affluenza può produrre un quantitativo di energia davvero significativo. Non solo consumo, quindi, ma anche produzione di energia. Infine, parliamo di un problema da arginare e fronteggiare il più in fretta possibile: l’inquinamento dei bacini d’acqua.
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I rifiuti prodotti dall’uomo e non riciclati sono la maggior parte di quelli che giacciono in diverse zone del globo. La nostra economia, fino ai tentativi odierni, non si è mai distinta per la circolarità, ovvero quel principio fondamentale che punta al riutilizzo e riuso di prodotti, beni e merci che tornerebbero così a far parte del meccanismo di mercato.
L’invenzione di cui parliamo consente quindi di ripulire i bacini d’acqua da tutti quei rifiuti galleggianti che ne ostacolano il flusso e decimano la fauna. Si chiama “Seabin” ed è un cestino raccogli rifiuti che galleggia sulla superficie di laghi, fiumi e mari intrappolando microplastiche, microfibre e tutti i rifiuti da noi prodotti.