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Difendere la Terra dagli asteroidi: arriva il nuovo radar planetario

Un nuovo progetto sta partendo in America, l’obiettivo è costruire un radar orientabile in grado di anticipare possibili collisioni

Asteroide-Pixabay-OrizzontEnergia.it

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Nuove tecnologie sono in evoluzione in territorio americano per sondare le immensità dello spazio. un nuovo progetto che vede coinvolti tre istituti che collaborano per ottenere i risultati migliori. Il NRAO, National Radio Astronomy Observatory , il GBO, Green Bank Observatory e il RIS, Raytheon Intelligence and Space.

L’obiettivo comune è quello di realizzare il più grande radiotelescopio completamente orientabile del mondo. Un sistema radar planetario, di nuova generazione, ad alta potenza per il GBT, Green Bank Telescope. Il nuovo trasmettitore è il prototipo di un’apparecchiatura radar che si trova presso il GBT, in West Virginia.

Ha prodotto le immagini lunari con la più alta nitidezza mai avuta dal nostro pianeta,  pur essendo mosso da una potenza inferiore a quella di un forno a microonde. Ha solo 700 KW ed è riuscito a fotografare il cratere Tycho sito sul  nostro satellite, mostrando un dettaglio senza precedenti, attraverso una risoluzione di 5 metri.

In futuro avrà un fratello maggiore che servirà anche ad individuare eventuali rotte di collisione di asteroidi con la terra. I ricercatori hanno trasmesso le sue onde con il telescopio, puntandole sulla superficie della Luna e queste hanno fatto ritorno attraverso degli echi.

Il nuovo radar planetario sta prendendo forma

Radar-Web-OrizzontEnergia.it

Le 10 antenne del Very Long Baseline Array, VLBA, un complesso di radiotelescopi sparsi in svariate zone del territorio degli Stati Uniti, ha raccolto i dati trasmessi. Le dieci postazioni, che formano il più grande sistema radar interferometrico del mondo, sono coordinate tra loro.

Questo affinchè possano svolgere un lavoro di gruppo compatto, come se fossero un unico corpo di circa 8.000 km di diametro. Le fotografie extraterrestri del nostro satellite lunare sono da definire, in verità, come delle immagini radar.

Ogni pixel, che le compone, ne rappresenta la retrodiffusione per una data area di superficie. Le zone più scure sono in relazione ad un rilevamento basso, cioè la riflessione di una frazione più piccola di energia. Mentre quelle più luminose sono dovute ad una misurazione più elevata.

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Questo significa che vi è una grande parte delle onde radar che sono state inviate verso le apparecchiature riceventi a terra.  Non finisce qui, il prossimo obiettivo sarà quello di realizzare per il GBT, un radar planetario in banda Ku 13,7 GHz, da 500 KW. 

Sarà in grado di ottenere immagini con una risoluzione ancora più elevata. Esso utilizzerà come ricevitori sia i VLBA che, in futuro, il  Next Generation Very Large Array NGVLA. Avrà un totale di 263 antenne comprese tra gli Stati Uniti e il Canada.

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Potrà rilevare, tracciare ed identificare oggetti che potrebbero essere in rotta di collisione con la Terra. Con una messa alla prova i ricercatori hanno già potuto confermare l’impatto della navicella DART della NASA con l’asteroide Dimorphos, che è avvenuto come previsto.