Gli ecosistemi del Venezuela sono a grave rischio a causa dei tantissimi sversamenti di gas e petrolio greggio
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I giacimenti di petrolio greggio sono depositi sotterranei di petrolio, una miscela di idrocarburi liquidi e gassosi che si sono accumulati in rocce permeabili nel sottosuolo. Il petrolio viene estratto da questi giacimenti attraverso pozzi di perforazione e viene utilizzato come fonte di energia primaria per la produzione di carburanti per i trasporti, come la benzina e il diesel. Questo serve anche come materia prima per la produzione di plastica e altri prodotti chimici.
La dottoressa Elsa Rodríguez, membro dell’Osservatorio, sottolinea come siano aumentate le segnalazioni di sversamenti: 86 solo scorso anno, contro i 73 totale del 2021. Questi sono dovuti soprattutto alle vecchie infrastrutture e, soprattutto, per l’assenza di regolamenti necessari affinché si potesse mantenere l’industria petrolifera venezuelana.
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Non meno importante – secondo quanto evidenziato da un’analisi USAID – la presenza degli impianti di stoccaggio posizionati a meno di 50 km dall’aree protette. Addirittura alcuni sarebbero a meno di 10 km da queste. E questo vuol dire che quando si verificano queste perdite, possono passare molte settimane prima che l’area venga pulita.
Le fuoriuscite, poi, colpiscono ogni tipo di ecosistema: sia quello marino che quello terreste, causando – in quest’ultimo caso – ingenti perdite per il raccolto ma anche per il bestiame. Non si può trascurare come il Venezuela – secondo quanto riportato dall’UNESCO – ospiti 3409 specie marine, minacciate costantemente dagli sversamenti.
La Rodríguez ha affermato che c’è un forte impatto sociale ed ambientale causato dall’inquinamento e dalle emissioni di gas. La dottoressa ha sottolineato la necessità di prestare maggiore attenzione a questo problema poiché molte comunità vicine sono molto vulnerabili e fortemente colpite. E tutto ciò è preoccupante perché lo Stato non viene mai ritenuto responsabile per queste perdite. Perdite, che non solo hanno un impatto economico, ma anche sulla vita delle persone, compresa la loro salute.
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Secondo quanto stimato dall’Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio (OPEC) ad oggi il Paese sudamericano avrebbe 300 miliardi di barili di riserve di petrolio e 5,5 miliardi di barili di riserve di gas naturale. Merito della produzione di circa 600 mila barili giornalieri che, quest’anno, potrebbe anche aumentare. Colpa, per così dire, anche della licenza temporanea che la Chevron – uno dei giganti petroliferi – ha ottenuto per colmare la carenza mondiale di gas. Gli esperti affermano che qualsiasi azione che miri a iniziare o aumentare la produzione di petrolio presenta un rischio molto alto di incidenti e un impatto enorme sui sistemi ambientali.