Pidocchi di mare, le infestazioni mettono a rischio il salmone

I salmoni sono a forte rischio. La colpa, questa volta, non è la pesca ma il pidocchio di mare: un parassita che li sta mettendo a dura prova

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Salmone – Pixabay – OrizzontEnergia.it

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Gli allevamenti di salmoni a rete aperta sono sistemi di piscicoltura dove i salmoni vengono mantenuti in vasche o recinti aperti, generalmente all’interno di acque marine, per la loro crescita e maturazione. Questi sono utilizzati come alternativa ai tradizionali sistemi di allevamento in cattività, ma hanno suscitato preoccupazioni per gli impatti ambientali, come la diffusione di malattie e parassiti alle popolazioni selvatiche di pesci, la contaminazione delle acque circostanti e la perdita di habitat per le specie native.

E a creare maggiori preoccupazioni sono i pidocchi di mare. Questi animaletti infatti stanno minando i salmoni selvatici del Canada occidentale. Una situazione che sta creando molta preoccupazione tra gli ambientalisti e le popolazioni indigene che dovranno esprimersi sul futuro di questa (redditizia) attività.

I salmoni hanno i pidocchi: un terribile rischio

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Salmone – Pixabay – OrizzontEnergia.it

Ma perché i pidocchi di mare sono un pericolo per i salmoni? Per capirlo è importante sottolineare che questi non sono altro che parassiti golosi di pelle, muscoli e muco dei salmoni. Una golosità che causa lesioni alle pinne che, di conseguenza, riducono la capacità di nuoto di questi pesci intaccando anche la crescita e l’alimentazione. Secondo gli esperti servirebbero appena 11 pidocchi per annientare un salmone.

E in Canada, nei pressi dell’arcipelago di Broughton, sono sorti nel tempo moltissimi allevamenti in mare. Qui c’erano moltissime gabbie dove vengono allevati i salmoni. Ma allo stesso tempo si creano le condizioni ideali per la crescita dei pidocchi di mare. Un problema che è noto già dall’inizio del millennio quando sono stati visti, per la prima volta, giovani salmoni rosa infestati. E questi parassiti, con il tempo, sono arrivati nei corsi d’acqua della zona dove hanno deposto le uova. Per capire il danno basta solo pensare che se prima venivano deposte più di 3 milioni di uova ad appena 147mila.

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Ed è inutile sottolineare come tutto ciò sta portando a seri dubbi sulla sopravvivenza e sul futuro dei salmoni. Motivo per cui i Mamalilikulla, ‘Namgis e Kwikwasut’inuxw Haxwa’mis First Nations sono al lavoro per eliminare questi allevamenti e promuovere un’acquacoltura sostenibile. Queste infatti sono tribù indigene della costa occidentale del Canada, appartenenti alla cultura Kwakwaka’wakw. Queste tribù sono storicamente legate alla terra e al mare e hanno una lunga tradizione di uso e gestione delle risorse naturali, come i salmoni e le foreste, come parte della loro cultura e identità. Oggi, queste tribù continuano a lavorare per proteggere le loro terre, le loro tradizioni e le loro risorse, attraverso la collaborazione con le autorità governative e altre parti interessate.

L’accordo del 2018 tra le tre tribù

Nel 2018, tre nazioni hanno stretto un accordo con il governo della British Columbia per pianificare la transizione di 17 allevamenti ittici gestiti da MOWI Canada West (ex Marine Harvest Canada) e Cermaq Canada. Un programma di sorveglianza gestito dalle Prime Nazioni è stato creato per vigilare le operazioni e controllare le infestazioni di pidocchi marini.

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In questi ultimi tre anni, dieci allevamenti sono stati chiusi e il futuro di altri sette sarà deciso entro fine anno. Le First Nations hanno richiesto misure per proteggere i salmoni selvatici, che sono in diminuzione a causa della deforestazione, distruzione di fiumi, inquinamento, agricoltura e attività industriali.

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