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Risolto il mistero dei Bigfoot: la scienza spiega la leggenda

Una delle leggende più popolari negli Stati Uniti e Canada è quella del Bigfoot, la scienza cerca di risolvere il mistero dietro gli avvistamenti.

Uno Yeti si aggira nel bosco (Canva) – Orizzontenergia.it

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Quella del temuto Bigfoot è una leggenda diventata popolarissima in tutto il mondo. Di avvistamenti in Canada e Stati Uniti, e non solo, nel corso dei decenni, ce ne sono stati tantissimi, e tantissimi film horror hanno preso spunto dal mistero che aleggia attorno a questa strana creatura. Secondo la leggenda, il Bigfoot è una creatura molto simile all’uomo, ma con il corpo ricoperto interamente da peli, proprio come le scimmie.

Si aggira tra i boschi di montagna e ogni tanto fa capolino tra la vegetazione, spaventando gli sventurati avventurieri. Si dice che il Bigfoot sia un essere pericoloso, aggressivo, che si ciba di carne animale, e che non disdegna la carne umana. Un mistero ancora oggi irrisolto e che alimenta insolite storie di avventura, spaventando intere generazioni. La scienza cerca di spiegare in maniera logica la leggenda dello Yeti.

La scienza spiega concretamente il mistero del Bigfoot

Il leggendario Bigfoot (Canva) – Orizzontenergia.it

Lo scienziato americano Floe Foxon rivela che la maggior parte degli avvistamenti di Bigfoot tra USA e Canada, non sono altro che orsi neri in posizione eretta. Gli orsi neri, infatti, sono soliti camminare su due zampe per osservare meglio l’ambiente che li circonda. In questo modo, riescono facilmente non solo a orientarsi, ma anche a cercare cibo.

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Questa particolare posizione, che li aiuta anche a raggiungere i rami degli alberi, dove fare incetta di bacche e di frutti, può creare una certa confusione negli avventurieri. Può capitare, magari durante la notte, o in penombra, di scambiare un orso per un’altra creatura. La maggior parte degli avvistamenti sarebbero, dunque, orsi bruni scambiati per umani giganti e pelosi.

Lo Yeti è in realtà un orso bruno

Questa potrebbe essere una spiegazione convincente, tanto che già nel 2005, un team di ricercatori, incrociando i dati, aveva scoperto che gli avvistamenti combaciavano con gli spostamenti di un gruppo di orsi bruni del Nord America. Foxon, nella sua ricerca, ha ampliato i risultati precedenti, indagando in tutte le regioni del Nord America.

Prendendo spunto delle informazioni conservate dal Bigfoot Field Researchers Organization, lo scienziato ha esaminato il database geografico dei resoconti degli avvistamenti dell’ultimo secolo. Ha poi confrontato i dati con la diffusione dell’orso bruno sul territorio, riuscendo a risolvere facilmente il mistero. In particolare, la maggior parte degli avvistamenti è avvenuta sulla costa ovest.

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La costa che affaccia sull’Oceano Pacifico, non a caso, è quella che presenta la maggiore densità di orsi bruni nei boschi. Lo stesso fraintendimento, comunque, può essere spiegato in altri parti del mondo. Ad esempio, in Asia, il popolare Yeti potrebbe essere in realtà l’orso nero asiatico, come l’orso bruno tibetano o quello himalayano. Insomma, se ci si imbatte in uno Yeti, potrebbero esserci tanti orsi nei paraggi.

Andrea Cerasi

Romano, laureato in Lettere all'Università La Sapienza di Roma, è autore di romanzi e saggi. Appassionato di ambiente e di sostenibilità, amante della natura e degli animali.