Temporali di neve, fenomeni climatici invernali da monitorare e studiare attentamente: vediamo di cosa si tratta
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I cambiamenti climatici che stanno interessando il nostro Pianeta hanno portato gli scienziati a implementare gli studi sui fenomeni atmosferici. L’ottica è quella di studiare attentamente ogni singolo evento per poi determinare una casistica definita delle cause e delle possibili conseguenze negative di tutti gli eventi climatici repentini.
Le strumentazioni di osservazione e di rilevamento sono sempre più sofisticate e forniscono un valido aiuto nello studio di molti fenomeni prima sconosciuti. In alcuni casi si metteva in dubbio l’esistenza stessa di alcuni eventi, rari e poco rilevati. La scienza è riuscita nel tempo ad affinare i dispositivi strumentali ed oggi è in grado di studiare ogni tipologia atmosferica.
Temporali di neve
I temporali di neve rientrano tra quei fenomeni poco studiati. La loro rarità ha di fatto messo in dubbio la loro stessa esistenza, ma oggi gli studi ci dicono il contrario. E lo sa bene Patrick Market, ricercatore e direttore della School of Natural Resources dell’Università del Missouri che da anni se ne occupa.
Le tempeste di neve in cui si verificano tuoni e fulmini sono dette appunto temporali di neve. La presenza dei tuoni e dei fulmini è atipica durante una nevicata, ma accade. E mentre la neve cade copiosa, raggiungendo anche i 15 centimetri in poche ore, contemporaneamente si rilevano fenomeni di carattere temporalesco.
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La correlazione tra la presenza di tuoni e fulmini con l’abbondanza di neve è appurata, mentre le forti nevicate non sono preludio di temporale. La svolta, nello studio di tali rari fenomeni, è giunta con la possibilità di osservazione satellitare dallo spazio. La ricerca in tal senso ha fatto enormi passi in avanti, consentendo di porre in essere tutta una serie di accortezze e sistemi di allerta.
Il parallelismo che si è palesato è tra i temporali di neve e i temporali estivi. Analizzando i fenomeni si evince che la turbolenza porta ad uno spostamento verso l’alto in verticale dell’aria umida e calda. La stessa si condensa in formazioni nuvolose al cui interno è presente acqua liquida freddissima considerata grandine nevosa.
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Questa tipologia di grandine morbida, composta da cristalli di ghiaccio, viene definita “neve tonda” e crea movimento all’interno della nube, generando a volte una carica elettrica all’origine dei fenomeni temporaleschi estivi. Si cerca ora di capire il motivo per cui ciò può avvenire anche d’inverno.
Le difficoltà collegate a questa ricerca sono riferibili all’effetto fono assorbente che produce la nevicata. Di fatto impedisce la percezione del suono derivato dai tuoni, che viceversa d’estate è nitido e chiaro. Senza parlare poi dell’oggettiva difficoltà di distinguere i lampi sullo sfondo bianco delle nevicate. I satelliti spaziali eliminano queste difficoltà e consentono la geolocalizzazione di tali fenomeni, consentendo ai tecnici di mettere in sicurezza voli aerei e lanci di razzi spaziali.