Giove, gli scienziati sono ossessionati da un’anomalia

Giove e i suoi satelliti, al centro delle osservazioni degli astronomi: studiata attentamente un’anomalia riscontrata

satellite Giove IO anomala attività vulcanica
Satellite IO-Pixabay-OrizzontEnergia.it

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Lo studio dei pianeti del nostro Sistema Solare sono da sempre oggetto di studio da parte degli astronomi di tutto il mondo. L’astronomia aiuta a comprendere tutti i misteri dell’universo e nello specifico la planetologia si occupa dello studio dei pianeti. Partendo dall’astrofisica esplora i pianeti del Sistema Solare, attraverso le linee della geofisica.

Oggi grazie all’esplorazione diretta di questi corpi celesti si parla di planetografia, a indicare la sottodisciplina riguardante la rappresentazione della superficie dei pianeti. La scienza planetaria studia le proprietà fisiche dei corpi planetari, non limitatamente ai soli pianeti, Le sonde interplanetarie, veri e propri laboratori in orbita, rilevano dati fondamentali per la conoscenza dei pianeti e dei loro ambienti, attraverso il costante monitoraggio delle loro attività atmosferiche.

Giove e il satellite anomalo

sonda Galileo foto satelliti Giove
Sonda Galileo-Pixabay-OrizzontEnergia.it

Grazie alle nuovissime e sofisticate strumentazioni è stato possibile indagare sempre più a fondo i tanti pianeti del Sistema Solare. Tra questi Giove è sempre stato sotto la lente di ingrandimento degli studiosi anche a causa dei suoi complessi e interessanti satelliti. Il più particolare è IO, nello specifico la terza luna più grande di Giove.

IO è sempre stata una luna atipica, che presenta una sconcertante danza pressurizzata e una straordinaria attività vulcanica. Tutto questo è dovuto alla composizione minerale di questo corpo celeste che determina un fenomeno gravitazionale di attrazione e repulsione continua. L’attrito scaturito genera intenso calore in profondità con la conseguente superficie vulcanica nota.

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Tali informazioni e dati emersi dimostrano che IO presenta una formidabile concentrazione energetica, maggiore rispetto a tutti gli altri corpi del Sistema Solare. E da qui nascono proprio le difficoltà di osservazione dei fenomeni eruttivi, che producono la formazione di una sorta di ciambella gassosa composta dalle molecole di anidride solforosa e sodio. La ciambella gassosa raccolta dal campo magnetico intono al pianeta impedisce ogni osservazione diretta.

Per ovviare a tale problematica si è modificata la metodologia. Grazie allo Input/Output del Planetary Science Institute, situato in Arizona, sostituendo la luce infrarossa e bloccando di fatto quella proveniente da Giove. In questo modo è possibile misurare il gas attorno al pianeta e di conseguenza il grado di potenza chimica delle eruzioni.

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Le immagini del satellite IO, inviate dalla sonda Galileo, hanno subito mostrato la particolarità dell’aspetto inconsueto presentato da Io. Ultimamente le eruzioni si sono intensificate, determinando un’anomala attività intrisa di una grande quantità di energia. La strumentazione americana utilizza una tecnica coronografica che attenua la luce diretta di Giove riuscendo a captare la luce dei gas vicino al pianeta.

L’ultima eruzione avvenuta tra settembre 2022 e dicembre 2022 ha aumentato notevolmente la luce della ciambella di gas (toro di plasma). Per capire i motivi sono necessarie nuove misurazioni effettuate in loco grazie alla sonda Juno che è passata a fine anno proprio a 64mila Km da IO. I dati che emergeranno dalle misurazioni effettuate al passaggio ravvicinato potranno far luce sui motivi di questo fenomeno atipico e straordinariamente potente.

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