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Monet e Turner, immortalato già nei loro dipinti l’inquinamento di Parigi e Londra

Una scoperta assolutamente sconvolgente quella fatta da un team di scienziati che ha analizzato i quadri di Monet e Turner, cosa ci vogliono comunicare?

Houses of Parliament – Instagram – OrizzontEnergia.it

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L’arte da sempre ha il forte potere evocativo, capace di suscitare in noi delle emozioni, altrimenti non potremmo parlare di arte. Che sia la danza, la fotografia o la pittura, lo scopo è sempre quello di donarci qualcosa, almeno a noi fruitori. L’artista dal canto suo si avvale dello strumento artistico che piu’ gli compete per comunicare qualcosa ed è questa la chiave di volta che dovrebbe essere insegnata a scuola.

Lo studio della storia dell’arte non è definire un quadro bello o brutto secondo soggettivi parametri estetici, ma porsi una serie di domande e capire il messaggio intrinseco che si cela ad esempio dietro uno schizzo o un dipinto ultimato, scopriremo cose che per anni sono passate indifferentemente sotto i nostri occhi.

Monet e Turner, cosa vogliono dirci i loro dipinti?

Pioggia, vapore e velocità – Instagram – OrizzontEnergia.it

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Cos’hanno in comune Turner e Monet? Sicuramente piu’ di quanto si creda. Negli Atti della National Academy of Sciences è stato depositato uno studio tanto recente quanto interessante teso ad analizzare i cambiamenti di stile e di colore nei quadri di Claude Monet e William Turner, entrambi impressionisti che hanno vissuto in pieno la rivoluzione industriale dell’Europa occidentale nel XVIII e XIX secolo.

L’inquinamento del periodo ha influenzato l’arte? Assolutamente sì: i dipinti dei due pittori citati infatti sono cambiati progressivamente. Cieli più nebbiosi ed un aspetto sicuramente cupo, poco definito. Analizzando ad esempio il dipinto di Turner dal titolo “Pioggia, vapore e velocità” si evince come l’inquinamento prende vita ed ostacola la visione di quello che si vede dietro ovvero un treno in procinto di investire una lepre. Elementi quali foschia e nebbia oscurano il dipinto, sottolineando l’inquinamento atmosferico che si vedeva nei cieli di Londra.

Oggetti poco definiti anche in Monet: un abisso incredibile tra la sua “Terrazza a Sainte-Adresse” dipinta nel 1867 con la serie “Houses of Parliament” iniziata nel 1899, quando l’artista si trovava a Londra.

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Tutto questo dimostra come l’inquinamento avesse influenzato il loro modo di fare arte. Facendo venir meno la teoria minoritaria secondo cui la vista di Turner e Monet fosse peggiorata con l’età e questo avrebbe ostacolato i due artisti a dipingere un paesaggio nitido.  Osservando bene i quadri si evince come lo stesso Turner dipingeva in maniera sfocata solo gli oggetti sullo sfondo e nitidi quelli in primo piano e Monet quando dipinse questi quadri non aveva alcun problema alla vista.

Maria Longo

Nata a Catania nel 1987. Conseguita la Laurea Magistrale in Giurisprudenza con una tesi dal titolo “Matrimonio omosessuale: un’analisi comparatistica”, intraprende il percorso forense tra divorzi, procedimenti in Corte D’Appello e Commissione Tributaria. Parallelamente muove i primi passi in ambito giornalistico collaborando con alcune testate locali e scrivendo articoli di diritto con analisi approfondita sulle pronunce più autorevoli della Corte di Cassazione. Appassionata di fotografia, non rinuncia mai alla sua reflex che viaggia con lei, alla ricerca di dettagli da immortalare. Lingue parlate inglese, francese e spagnolo.