Sai che il cacao e tutto quello che ruota intorno alla produzione del cioccolato inquina tantissimo? Ecco cosa c’entra con la deforestazione
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Uno dei cibi può buoni e golosi al mondo? Il cioccolato, eppure uno dei più nocivi per il nostro pianeta. Il motivo? È una delle principali cause che sta alla base della deforestazione. In molti non lo sanno ma tanti altri che conoscono molto bene la situazione fanno orecchie di mercante perché tutto ruota a loro favore.
La coltivazione del cacao, infatti, in alcune zone del globo, è la principale responsabile delle deforestazione che si allarga a macchia d’olio e con percentuali spaventose. Senza poi contare tante altre conseguenze buie legate a questa situazione. Il cioccolato, dunque inquina ma è troppo remunerativo per cambiare le logiche. Vedamo quali sono le trame di questa situazione.
Cacao e deforestazione, un cane che si morde la coda
Le foreste scompaiono ad un ritmo spaventoso e senza arrestarsi. I numeri fanno paura: 4,2% all’anno di alberi in meno. Dove? In diversi Paesi dell’Africa nei quali si concentra la maggiore produzione di cacao. Si tratta di Ghana, Costa d’Avorio, Sierra Leone, Camerun e molti altri. 291mila ettari di aree naturali protette e 7mila chilometri quadrati di selva sono quelli che si sono persi nel corso di 13 anni, dal 2001 al 2014, in Ghana.
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Una situazione aberrante e paradossale nota praticamente a tutti e ampiamente denunciata, a partire dal Guardian fin dal 2017. Perché non solo la deforestazione aumenta, gli alberi diminuiscono e le piantagioni di cacao aumentano, c’è un’intera popolazione, a partire dai bambini, che viene sfruttata. Il 25% dei bambini di quelle zone tra i 5 ed i 17 anni lavorano nelle piantagioni di cacao ed i loro genitori vengono sottopagati.
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È un cane che si morde la coda: si aumentano le piantagioni per fare di più e guadagnare di più ma nel mentre le foreste scompaiono per sempre ed il terreno diventa sempre più arido perché senza alberi non si trattiene l’acqua. Le grandi aziende? Promettono di fare sempre qualcosa ma nulla mai cambia. Ecco allora che anche il consumatore finale per aiutare la filiera potrebbe leggere bene le etichette e capire come quel cioccolato viene prodotto.