Come e in che misura la sensibilizzazione sulla tutela degli ambienti costieri marini ha toccato la popolazione italiana? La serie di eventi che hanno avuto luogo la scorsa estate e che cadevano sotto il nome di “Jova beach party” hanno sicuramente svolto un ruolo importante nel portare alla luce la necessità della difesa dell’ambiente dagli interessi di mercato.
Proprio il tema della difesa delle coste e dei litorali ci porta in Francia, in prossimità del bacino di Arachon, su quella lingua costiera di terra che affaccia sull’Oceano Atlantico. Il bacino si trova a 60 km dalla città di Bordeaux ed è costituito da acqua salata interessata dal suggestivo fenomeno delle maree.
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Durante la bassa marea il bacino d’acqua salata si trasforma in un dedalo di canali navigabili e banchi di sabbia più o meno estesi che costituiscono nel complesso uno spettacolo naturale davvero meraviglioso. Proprio all’interno di questo contesto si può incontrare la duna più grande d’Europa: la duna di Pilat, o Pyla.
Questa duna di sabbia è lunga quasi 3 km, larga oltre 600 metri e alta fino a 100 metri. E’ una formazione geologica statica? No, la duna viene costantemente erosa dal vento sul lato del mare, fenomeno che porta la montagna di sabbia a slittare mano a mano verso l’entroterra alla velocità di 1/5 metri l’anno.
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La duna di Pilat è composta da una massa di 60 milioni di metri cubi di sabbia. Pilàt in francese, non a caso, significa “mucchio”. La duna si è formata a seguito della rottura di un grande banco sabbioso poco distante dalla costa. Il vento e le maree, col passare degli anni, hanno contribuito alla formazione del cumulo di sabbia e all’attuale duna.
Nel 1885 la mole della duna ammontava a 35 m3 di sabbia. Ma da cosa è composta la sabbia che ne costituisce il corpo? La sabbia della duna di Pilàt è per lo più formata da sabbia di quarzo di origine fluviale che regalano alla duna un particolare colore bianco-rosato. La duna, così colorata, si pone in contrasto con il verde della pineta e il blu intenso dell’Oceano.