Uova di tacchino: tu le hai mai mangiate o le hai mai viste in tavola? Il motivo è più semplice di quanto tu possa pensare
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Gli amanti delle uova lo sanno, se ne trovano di vari tipi, soprattutto se si fa la spesa direttamente dal contadino di fiducia. Se, infatti, al supermercato si trovano centinaia e centinaia di uova di gallina, nelle aziende agricole è possibile acquistare anche le uova di quaglia e di anatra. Hanno tutti dimensioni e colori leggermente diversi, ma molto buoni.
C’è, invece, un altro esemplare della stessa famiglia, il tacchino, che non è molto collegato alle uova e difficilmente le sue uova si trovano in tavola ma perché? Le uova di tacchino sono un po’ più grandi di quelle di gallina, con il guscio più spesso e alcune piccole macchie marroni, dal sapore molto buono. E allora perché non le mangia quasi mai nessuno? Ti spieghiamo il motivo.
Tu hai mai mangiato delle uova di tacchino? La risposta sarà molto probabilmente no come quella della maggioranza delle persone che si trovano a leggere. Forse prima d’ora in pochi avevano fatto caso alla peculiarità di queste uova. Ma se sono buone, con un sapore leggermente più morbido rispetto alle uova di gallina, perché non si vedono in tavola e nei supermercati?
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La risposta è molto più semplice di quanto si possa pensare: non è facile reperirle ed il motivo sta nella natura del tacchino stesso. Si tratta, infatti, di un animale che depone al massimo solo 100 uova in un anno anche se nella maggior parte dei casi arriva intorno a 50. Questo significa che ne produce uno alla settimana anche in tarda età, rispetto alle galline che ne depongono uno al giorno. Il tacchino inizia a farlo dai 7 mesi in poi.
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È evidente, dunque come la produzione delle uova di tacchino sia minima. A questo fattore si aggiungono poi i costi dell’allevamento, di gran lunga superiori a quelli delle galline. Ecco allora che non è per nulla remunerativo puntare sulle uova di tacchino, motivo per cui un vero e proprio mercato non è mai stato avviato. Meglio dunque lasciare questi animali nella loro tranquillità senza sottoporli a standard di vita assurdi come quelli delle galline che più volte sono stati documentati.