Quest’anno con l’aumento delle materie prime è diventato difficile scaldarsi anche con la stufa a pellet, ma potrebbe esserci una soluzione
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Il pellet è un combustibile che viene ricavato dal legno vergine. Talvolta viene ricavato da scarti di lavorazione quali piallatura, segatura, schegge, ritagli altre volte dal tronco intero. Può essere definito anche come biocombustibile addensato.
Generalmente ha una forma cilindrica, di lunghezza casuale tipicamente tra i 5 mm ed i 30 mm. Ha estremità interrotte prodotto da biomassa polverizzata con o senza additivi di pressatura. Negli ultimi anni c’è stato un forte aumento dei costi di questo materiale, tanto da renderne difficoltoso l’uso.
I prezzi non sembrano avere un calo effettivo, per cui è meglio cercare altre soluzioni. L’aumento dell’energia è stato un duro colpo per le famiglie italiane. La legge di bilancio del 2023 ha disposto la riduzione dell’IVA dal 22% al 10%, ma, sostanzialmente, non ha cambiato la situazione.
ll Codacons ha denunciato più volte questo fatto, nei mesi scorsi, adducendo che, per l’acquisto di un sacco di pellet da 15 kg servivano circa 15 euro. Stiamo parlando di una cifra triplicata rispetto al 2021. Le cause sono da ricercarsi nella crisi internazionale e nei blocchi delle importazioni del materiale in oggetto.
Quanto ci può costare riscaldare la nostra casa con una stufa a pellet? Mantenendo il confronto con gli anni scorsi, si passa dai 780 euro ai 2.140 euro stagionali, con un rincaro pari a circa 1.300 euro. Chiaramente noi consumatori cerchiamo di trovare modi per poter risparmiare.
Fortunatamente sono tante le alternative. Non è una novità che possa essere sostituito da altre biomasse come ad esempio i gusci di nocciole tritate. Otteniamo un risparmio vero ed effettivo del 40% sulla spesa e la casa è calda in poco tempo.
Ma ci sono anche altre possibilità. Potrebbe sembrarci strano, ma una è data dai fondi di caffè. Vediamo insieme di cosa si tratta e quali sono i vantaggi, di questo pellet economico e sostenibile. Permette di ottenere un doppio obiettivo: riciclare gli scarti e produrre a km zero, tutelando l’ambiente.
In Italia annualmente vengono prodotti circa 360 tonnellate di fondi, ed i costi di smaltimento sono molto alti. Da 100 tonnellate di fondi è possibile ottenerne circa 80 di biocombustibile per riscaldare le abitazioni. Secondo alcune ricerche il calore prodotto ha una durata della combustione maggiore del 20%.
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Si tratta di un materiale di origine biologica e come tale, rispetta le direttive del protocollo di Kyoto sulle emissioni. Abbatte l’impatto ambientale rispetto ai combustibili fossili. Togliendolo dal ciclo di smaltimento si da valore ad uno scarto che altrimenti verrebbe buttato.
Inoltre, è a Km zero perché facilmente reperibile. Aggiungiamo il fatto che la cenere prodotta diviene un ottimo fertilizzante. Ma é possibile produrli in casa? Purtroppo no. Prima di tutto non abbiamo una quantità tale da poter autoprodurre combustibile da soli.
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Inoltre i fondi per poter essere usati devono risultare completamente asciutti, perché se l’umidità è superiore al 20% non riuscirebbero a bruciare. Sul canale youtube si trovano molti video che spiegano come si creano i tronchetti con i fondi di caffè e, chissà, forse presto li troveremo anche in commercio.