Le piante grasse sono ormai fra le specie vegetali più diffuse e comuni. Nonostante la marcata diffusione, queste piante non sono sempre facilmente identificabili.
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Le piante grasse, scientificamente definite “succulente” vantano delle proprietà particolari a partire dalla struttura fisiologica delle piante annoverate nella loro classe.
Spesso predilette per la loro resistenza, forza e facilità di coltivazione, queste piante non sono sempre facilmente distinguibili dalle piante non succulente. Seguiamo questa guida.
Le piante grasse sono innanzitutto così definite per via della conformazione di foglie e fusto, spesso molto spesse e carnose. L’aspetto di queste piante è funzionale alla loro resistenza in habitat estremamente ostili alla vita. Nelle foglie delle succulente sono infatti incamerate le risorse iriche necessarie alla pianta per sopravvivere in condizioni di estrema siccità.
E’ proprio per questa ragione che le piante grasse hanno bisogno di poche cure, pensano loro a tutto. Non è un caso che queste specie crescano n ambienti desertici e molto aridi. A colpo d’occhio risulteranno quindi più “grasse” delle altre piante, piene. E’ quasi inutile dirlo: le succulente non hanno bisogno quindi di frequenti irrigazioni.
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Le foglie delle piante grasse hanno una consistenza quasi gommosa al tatto. Sono spesso disposte a “rosetta”, è il caso della specie Aeonium, che presenta delle foglie raccolte in piccole spirali floriformi. Questa forma aiuta le corolle a difendersi dal freddo estremo evitando il passaggio dell’aria gelida.
I fusti delle succulente sono spesso ricoperti da scaglie. Queste hanno la funzione di proteggere il fusto dal sole cocente creando dei piccoli spazi d’ombra che serviranno a proteggere le parti più tenere della pianta. Quanto alle foglie, oltre ad essere gommose al tatto e piene alla vista, risultano anche “cerose”, ricoperte cioè da una particolare sostanza.
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Questo sottile strato, che se tolto rivela il colore più vivo della foglia, serve alla stessa per mantenere costante il livello di umidità e quindi evitare l’evaporazione dell’acqua internamente contenuta nei tessuti. Questa protezione è utile per sopravvivere durante le stagioni aride. Funzione analoga è svolta dalla peluria presente sulle foglie di altre specie.
La peluria sulla superficie delle foglie protegge l’acqua che andrebbe perduta durante il naturale processo di respirazione della pianta. Inoltre, questa svolge l’importante compito di proteggere la pianta dai parassiti. Alcune piante grasse non hanno foglie: parliamo dei cactus. In questi esemplari la fotosintesi è interamente svolta dal fusto della pianta.