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Scoperta agghiacciante nell’Artico: coinvolto tutto il mondo

Nell’Artico è stata fatta una scoperta agghiacciante che mette a repentaglio tutto il pianeta: allarme plastica tra i ghiacci.

Coste artiche (Canva) – Orizzontenergia.it

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Uno studio effettuato da Citizen Science, coordinato da AWI, ha esaminato la plastica accumulatasi nell’Artico, nei mari e tra i ghiacci. Una scoperta sconvolgente che mette a rischio tutto il pianeta. I frammenti raccolti nell’Oceano Artico proviene dalle industrie di tutto il mondo. Solo un terzo proviene dall’Europa, in particolare dalla Germania.

Il progetto della Alfred Wegener Institute (AWI) ha raccolto e analizzato i frammenti di plastica dispersi nell’Artico. Anche il Polo Nord, dunque, non è immune dall’invasione della plastica. In particolare, questa si è accumulata sulle coste delle isole Svalbard e nei mari del nord. Le plastiche provengono dalle economie più fiorenti e dai paesi più sviluppati.

La plastica presente al Polo Nord, un disastro ambientale

Plastiche nell’oceano (Canva) – Orizzontenergia.it

Attraverso l’analisi delle etichette, si è scoperto che un terzo della plastica proviene dalla Comunità Europea. Gran parte dei detriti è Made in Germany. Dopo sei anni di raccolta e di analisi, questi sono i dati forniti da AWI, come racconta la ricercatrice Melanie Bergmann, la quale ha partecipato al progetto insieme alle navi da crociera che hanno aiutato l’istituto a raccogliere i detriti in mare.

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A partire dal 2016, le aziende responsabili delle crociere nell’Artico hanno dato la possibilità ai turisti di partecipare all’iniziativa, facendo loro raccogliere, durante la vacanza, più rifiuti possibili. In totale, sono stati raccolti circa 23 mila frammenti di plastica, per un peso complessivo di 1620 chili. Questi frammenti sono stati poi studiati in laboratorio.

Purtroppo, anche l’Artico è strapieno di rifiuti in plastica. Un rischio per questo fragilissimo ecosistema, che sta già facendo i conti con il surriscaldamento climatico. In questa zona di mondo, il clima è ancora più stravolto che da noi, subendo un tasso di riscaldamento quattro volte superiore alla media globale. La plastica al Polo Nord proviene dall’Europa, dalla Russia e dal Canada.

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I rifiuti sono trasportati sulla cima del mondo attraverso le correnti dell’Oceano Atlantico, da quelle del Mar del Nord e dal Pacifico settentrionale. Ci sono addirittura detriti provenienti dai paesi del sud, come il Brasile o la Cina. L’8% proviene dalla Germania. Ciò significa che anche i paesi avanzati, che apparentemente gestiscono bene il riciclo e lo smaltimento dei rifiuti, non sono poi così virtuosi come si pensa. Un problema enorme e a livello globale.

Andrea Cerasi

Romano, laureato in Lettere all'Università La Sapienza di Roma, è autore di romanzi e saggi. Appassionato di ambiente e di sostenibilità, amante della natura e degli animali.