Scoperta eccezionale di una nuova specie animale, i suoi resti fossili indicano una serie di informazioni strabilianti: vediamo di cosa si tratta
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La scienza si è da sempre confrontata con i preziosi ritrovamenti fossili recuperati in ogni angolo del globo. La paleontologia studia la vita del passato, letteralmente è la “scienza degli antichi esseri”. L’interesse verso gli animali e le piante vissute sulla Terra nelle epoche anteriori alla contemporanea è sempre stato molto alto e la materia ha da sempre affascinato l’umanità.
Ricostruire i modelli di vita delle epoche ancestrali è possibile proprio analizzando i resti fossili arrivati sino a noi attraverso quello che si chiama il processo di fossilizzazione, che avviene in diverse modalità. Tali resti sono rimasti intrappolati tra gli strati di roccia o di ghiaccio, testimoni inconsapevoli della vita di ere lontane. Il loro studio ci ha consentito di formulare ipotesi e documentare la storia evolutiva della terra.
L’importante scoperta
La ricerca paleontologica inizia sul territorio con le campagne di scavo che permettono il ritrovamento dei resti fossili. Questi poi vengono liberati dal sito di fossilizzazione e analizzati successivamente in laboratorio, attraverso una serie di tecniche sempre più all’avanguardia. Tecniche che permettono la datazione del fossile e la ricostruzione della sua morfologia, l’origine e l’evoluzione.
La continua ricerca di reperti ha portato alla luce una nuova scoperta fossile che ha spiazzato gli scienziati. Si perché il ritrovamento è riconducibile ad una specie animale mai rinvenuta prima. Elettrizzante e prezioso l’apporto di questi ricercatori amatoriali autori di questa straordinaria scoperta.
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Il luogo dell’evento è particolarmente ricco dal punto di vista fossile. Parliamo della Jurassic Coast, nome evocativo ed esemplificativo di una località che si trova sul tratto di litorale del Canale della Manica che si estende da Exmouth a Stunland Bay. 150 chilometri di territorio dove l’erosione negli anni ha messo a nudo 185 milioni di anni di strati geologici e relativi fossili.
Meta, dunque, di molti neofiti e dilettanti della paleontologia che hanno di fatto dato il via ad una importante scoperta scientifica regalandola agli studiosi che, sconcertati, hanno dichiarato di non aver mai visto tale specie animale. Il reperto presentava un buon livello di conservazione ed appariva molto simile ad un coccodrillo. Ma ad un esame successivo e più approfondito si sono palesate evidenti differenze fisiche importanti.
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L’analisi comparativa storico-archeologica ha confermato l’appartenenza ad una nuova specie classificata Thalattosuchia, vale a dire gli antenati dei coccodrilli. Rettili ibridi che potevano vivere sia in acqua che sulla terra ferma. Un crocodilomorfo, un nuovo genere di coccodrillo marino, mai incontrato prima.
Si chiama Turnersuchus hingleyae, prendendo il nome dei ricercatori che lo hanno trovato. Con muso lungo e stretto, un cranio molto robusto più largo e massiccio, probabilmente sede di mascelle prominenti. Anche la colonna vertebrale e le ossa della coda sono più lunghe e quindi più flessibili. Insomma un animale diverso dal più noto coccodrillo, ma anche dai suoi antenati già studiati.
