Ci hanno lasciato sulle spine per qualche tempo, ma ora il Parlamento europeo si è espresso: il futuro sarà green anche per la casa
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In questo ultimo periodo l’argomento casa green è stato sollevato più volte. Aumentare o non aumentare la classe energetica sembrava essere il dilemma amletico dei governi europei. Ora è stato fatto un passo in avanti. Se è positivo ce lo dirà il futuro.
Per il momento non ci rimane che prendere atto di ciò che arriva dall’alto e, dove è possibile, metterci in pari. La Commissione per l’industria, la ricerca e l’energia del Parlamento europeo ha dato il via libera alla proposta di revisione che ha come obiettivo la riduzione dell’emissione dei gas serra e, di conseguenza, il contenimento del cambiamento climatico.
Il disegno di legge, il mese prossimo sarà sottoposto a votazione dall’Assemblea plenaria. In seguito i deputati negozieranno con il Consiglio per giungere alla forma finale del disegno di legge presentato. La presidenza di turno del Consiglio dell’Unione europea, in questo momento batte bandiera svedese.
Uno degli obiettivi che si prefigge il premier Ulf Kristersson, come ha dichiarato nel corso di una conferenza stampa a fianco della presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen è proprio l’efficientamento energetico.
Rendere l’Europa più verde è il motto del presidente svedese che intende arrivare ad un accordo in tal senso durante il suo mandato. Secondo la Commissione europea gli edifici in Europa sono i responsabili del 40% del consumo energetico e del 36% delle emissioni di CO2.
Le nuove regole per una casa green
Nel testo si legge che tutti gli edifici dovrebbero arrivare ad emissioni zero a partire dal 2028. Quelli occupati, gestiti o di proprietà di autorità pubbliche, invece, a partire già dal 2026. I nuovi edifici dovranno già essere dotati di tecnologie solari entro il 2028, dove è tecnicamente idoneo ed economicamente fattibile.
Gli edifici residenziali dovranno raggiungere la classe energetica E entro il 2030 e la D entro il 2033. Quelli non residenziali e pubblici avranno meno tempo a disposizione. E’ previsto che arrivino alla classe E entro il 2027 e D entro il 2030.
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Gli stati membri avranno l’ultima parola sulle misure da adottare per arrivare agli obiettivi comunitari. Saranno esclusi i monumenti e, forse, anche gli edifici storici e con un valore architettonico particolare. Così come i luoghi di culto, le chiese e gli edifici tecnici.
Sempre gli stati membri possono esentare da tali obblighi gli alloggi pubblici sociali e tutti quegli edifici dove i lavori di ristrutturazione porterebbero ad aumenti degli affitti che non potrebbero essere compensati con il risparmio in bolletta.
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Il relatore sulla direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia Ciarán Cuffe ha dichiarato che:
“L’aumento dei prezzi dell’energia ha posto l’accento sull’efficienza energetica e sulle misure di risparmio, e il miglioramento delle prestazioni degli edifici in Europa ridurrà continuamente le bollette energetiche e la dipendenza dalle importazioni di energia. Vogliamo che l’EPBD riduca la povertà energetica, riduca le emissioni e fornisca ambienti interni migliori per la salute delle persone”.