La plastica negli oceani è uno dei fattori più inquinanti del Pianeta, una vera e propria emergenza e il Sole ci mette lo zampino: vediamo come
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La plastica è uno dei materiali più inquinanti disperso sul nostro Pianeta. Aria, terra, cielo e mare sono compromessi dalla combinazione di riscaldamento globale e cambiamenti climatici. Una miscela letale creata dalle emissioni di gas serra e dall’inquinamento a tutti i livelli. La situazione relativa ai nostri mari è particolarmente preoccupante.
La plastica è il rifiuto più presente negli oceani e l’inquinamento da microplastiche minaccia di distruggere gli ecosistemi marini e non solo. Le micro particelle si insinuano nell’ambiente penetrando e depositandosi ovunque. Pericolose e dannose oltre ogni modo, inquinano e contaminano tutto il Pianeta.
I numeri delle plastiche oceaniche sono devastanti. Si parla di oltre 150 milioni di tonnellate disperse con un contributo annuale di circa 5/13 tonnellate. E’ il caso di dire un mare di plastica. Il rischio è per tutti, esseri viventi marini di ogni specie animale e vegetale, con implicazioni di disequilibrio nell’ecosistema Terra.
In tutta questa situazione si è scoperto un inaspettato ruolo del Sole. Infatti gli studi recenti hanno sottolineato ed evidenziato quanto sia inevitabile l’incidenza dei raggi ultravioletti della radiazione solare. Il processo che si attiva è un ulteriore sminuzzamento delle microplastiche rese ancora più piccole e soprattutto trasparenti.
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La luce del Sole di fatto degrada lentissimamente le nano particelle di plastica, con l’effetto sparizione. In realtà la plastica non sparisce ma viene resa trasparente e non riscontrabile. Un vero e proprio “paradosso della plastica mancante” proprio per effetto delle radiazioni solari che frantumano le microplastiche rendendola latitante alla ricerca.
Questo fenomeno crea anche una sorta di presenza omogenea della plastica negli oceani da tutti i punti di vista, aumentando esponenzialmente la difficoltà di raccolta e successiva pulizia delle acque inquinate. Diventando invisibile risulta impossibile la sua cattura, complicando anche le stime di impatto sugli ecosistemi marini.
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Lo studio parla di circa un quinto di plastica presente negli oceani degradata e resa invisibile e introvabile. Gli scienziati vanno avanti nelle analisi e nelle ricerche per cercare di dare risposte sugli effetti del “paradosso della plastica mancante”. Difficile studiare il fenomeno e soprattutto quantificare gli effetti negativi sui cicli vitali marini e non solo.