La soluzione proviene dal mare. Un team di ricercatori australiani ha calcolato i guadagni ricavati per l’ambiente dall’investimento in un’alga.
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La soluzione si trova in fondo al mare. Un team di ricercatori in Australia ha individuato in una particolare alga la soluzione a numerosi problemi legati al rilascio di emissioni nell’atmosfera.
Dell’alga si potrebbe fare un cibo particolare, mangime per animali e, addirittura, biocarburante. Una risorsa che si estende a 360° sulle attività umane legate agli allevamenti e alla mobilità.
L’alga fantomatica che rappresenta la soluzione a parte dei mali inflitti dall’uomo all’ambiente è una particolare alga rossa. Investire sulla produzione di alghe rosse marine significa riuscire a fornire mangime per gli animali e combustibile biologico per macchine e macchinari di vario tipo.
A sottoporre alla pubblica attenzione i risultati della ricerca australiana è la rivista Nature Sustainability dove l’agricoltura marina viene trattata come possibile alternativa sostenibile a quella terrestre. Le alghe rosse sono potenzialmente un cibo adatto anche alla nostra specie, e soprattutto adeguato alla densità demografica sempre crescente che ci contraddistingue.
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I ricercatori hanno fornito delle stime su quanto suolo e quante emissioni si riuscirebbero a risparmiare investendo nell’agricoltura marina. In termini di suolo marino coltivabile, le colture di alghe potrebbero proliferare per 650 milioni di ettari rintracciabili in particolar modo in Indonesia e Australia ma anche Cina, Malesia e Corea del sud.
Fra le specie di alghe considerate, spiega Scott Spillias, primo autore dello studio, rientrano l’Ulva clathrata, lactuca e reticulata, la Caulerpa racemosa e lentillifera, l’Asparagopsis armata e taxiformis. Le alghe coltivate andrebbero a coprire il 50% della produzione di biocarburante e il 10% di quella di mangimi per animali e cibo.
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Introdurre l’Asparagopsis nella dieta degli animali allevati porterebbe ad una riduzione delle emissioni di metano pari a 2,6 gigatonnellate di Co2 in meno ogni anno. Il guadagno in termini di risparmio d’acqua e fertilizzanti sarebbe enorme già iniziando a sostituire il 10% delle entrate alimentari con le alghe rosse.