Per tutelare gli oceani uno Stato in particolare ha deciso di non permettere l’estrazione di minerali preziosi
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Al motto unisciti a noi a Vancouver per il Quinto Congresso Internazionale delle Aree Marine Protette, IMPAC5, si è svolto in Canada il forum globale che ha riunito professionisti della conservazione degli oceani e alti funzionari per informare, ispirare e agire sulle aree marine protette. Il tema principale era proprio l’importanza che gli oceani svolgono nella vita di tutti noi.
Gli ecosistemi marini sono fortemente a rischio a causa dei cambiamenti climatici. Durante il forum i rapprsentanti dei vari paesi hanno ufficialmente riconosciuto la necessità di una maggiore collaborazione tra stati e un’azione comune al fine di promuovere l’obiettivo condiviso di proteggere gli oceani e gli ecosistemi di tutto il mondo.
Dal forum è emerso quanto sia importante collaborare e ci si è concentrati anche sul ruolo essenziale degli sforzi fatti dagli indigeni per la tutela di luoghi naturali. E’ stato affrontata anche l’importanza di proteggere la biodiversità attraverso la creazione di aree marine protette.
Gli obiettivi che le persone coinvolte si sono prefissati sono impegnativi e ambiziosi. Primo fra tutti il Canada che cercherà di preservare e conservare il 30% dei propri oceani entro la fine del 2030. L’Onorevole Steven Guilbeault, Ministro dell’Ambiente e dei Cambiamenti Climatici e Ministro responsabile dei Parchi del Canada, ha dichiarato che:
“Il Canada, delimitato da tre oceani, è profondamente consapevole che la salute del mondo dipende dalla salute degli oceani. Sono stato onorato di essere circondato da così tante persone appassionate provenienti da tutto il mondo al Leadership Forum IMPAC5, che si preoccupano profondamente dell’oceano e comprendono il nostro dovere di trasmettere queste splendide acque intatte alle future generazioni di amministratori dell’oceano”.
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Uno degli impatti che più preoccupano per la difesa degli oceani riguarda proprio l’estrazione di minerali preziosi dai fondali marini. Anche a livello giuridico non esiste nulla di solido che possa garantire l’estrazione senza avere un forte impatto sulla flora e la fauna marina. E’ stato uno dei temi affronatati durante il forum.
Il Canada, ancora in fase di apertura ha chiesto una moratoria sulla chiusura delle miniere a mare aperto. Insieme alla Francia, Germania e Spagna e ad altri paesi che si affacciano sugli oceani, la richiesta è giunta forte e chiara. Ora non è più tempo solo di parole, ma è necessario passare anche ai fatti.
Jonathan Wilkinson, titolare delle Risorse Naturali ha annunciato che si muoverà per attuare una legislazione interna che metterà al bando l’estrazione di rame, litio, cobalto e di tutti quei minerali di cui i mari canadesi sono ricchi. Non sarà vietato estrarre i minerali, ma per poterlo fare sarà necessario seguire alcune regole fondamentali.
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Le condizioni prevedono la presenza di misure di conservazione per proteggere le aree oceaniche, una struttura normativa molto rigorosa e delle azioni di monitoraggio che dovranno basarsi su dati scientifici precisi. Senza questi presupposti, per il momento, le compagnie minerarie non potranno continuare o cominciare i loro lavori di estrazione.