Un fungo velenoso, tra i più letali al mondo, sta diventando sempre più pericolo perché si sta riproducendo e diffondendo.
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L’Amanita Phalloides, uno dei funghi più velenosi del pianeta, spaventa tutti gli esperti per via della sua rapidissima riproduzione e diffusione sul territorio. Questo fungo, se consumato, uccide ne 90% dei casi, ma la cosa sconvolgente è che ora questo organismo si sta modificando, riuscendo a riprodursi in autonomia grazie ai cromosomi di un singolo esemplare.
In pratica, questo fungo non necessita più di un partner per riprodursi, ma è in grado di farlo da solo. Negli Stati Uniti e in Europa, questa specie si sta diffondendo a vista d’occhio, spaventando i ricercatori. Dalle analisi in laboratorio, i ricercatori hanno scoperto questa variazione incredibile, un fenomeno già noto agli esperti su alte varietà di funghi, ma non sull’Amanita.
I funghi che si autoriproducono: l’Amanita è tra le varietà più letali al mondo
Solitamente, la riproduzione tra due individui permette alla specie di evolversi geneticamente, dando origine a tante variazioni. L’Amanita, però, riesce a riprodursi da solo, diffondendosi rapidamente e sopravvivendo per tanto tempo. Si tratta di una strategia per la sopravvivenza che spaventa tutti quanti, poiché si tratta di una specie estremamente pericolosa.
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Si tratta del fungo più velenoso al mondo, la sua tossicità è molto elevata tanto da essere soprannominato “Angelo della morte”. I pochi che sono sopravvissuti al suo consumo, hanno riportato gravissime lesioni, tanto da essere sottoposti a trapianto di fegato o a emodialisi a vita. Ma come mai è così pericoloso? Questo fungo produce una sostanza nociva, la alfa-amanitina, che blocca alcune funzioni vitali dell’organismo.
Cresce negli habitat boschivi alla fine dell’estate e durante l’autunno, in particolare all’ombra di querce e di castagni, ma può crescere anche lungo i margini di terreni coltivati e nei pressi di conifere. In Europa è molto diffuso, in Italia lo si trova ovunque. Ora è una minaccia in tutto il mondo, poiché in grado di riprodursi da solo. Bisogna stare attenti quando ci si avventura nei boschi e bisogna saperlo riconoscere.
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Il cappello è di colore grigio con sfumature verdi, oppure gialle o marroni. In alcuni casi si trova anche di colore bianco. Il gambo è bianco e può presentare il bulbo alla base, esposto dal terreno. Al tatto è carnoso e sodo, inoltre è inodore, quando è giovane, mentre sa di miele quando è maturo. Infine, odora di marcio quando è vecchio. Il sapore è quasi inesistente, ma ha un retrogusto di nocciola.