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Compagnia petrolifera in tribunale: non hanno fatto nulla per l’emergenza clima

Una nota compagnia petrolifera deve difendersi dall’accusa di non aver fatto nulla per l’emergenza clima. Un processo unico nel suo genere

Dea Giustizia – Pixabay – OrizzontEnergia.it

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Alla compagnia petrolifera Shell è stata inflitta una pesante penale. Infatti a Nigeria ha imposto alla famosa azienda una multa di 5 miliardi di dollari per aver causato una delle maree nere più gravi e pericolose che abbiano mai investito il Golfo del Niger per i fatti risalenti allo scorso dicembre. Pertanto, Shell dovrà farsi carico economicamente dei danni inflitti all’ecosistema, in particolare nell’area interessata.

Ma il momento negativo della compagnia petrolifera britannica non è ancora finito. La compagnia petrolifera britannica è stata oggetto di una causa intentata presso l’Alta corte di Inghilterra per presunto mancato controllo dei rischi legati ai cambiamenti climatici. Nonostante il recente annuncio del suo record di profitti annuali, pari a circa 40 miliardi di dollari, il consiglio di amministrazione è stato accusato di non aver gestito adeguatamente le questioni climatiche.

Gli azionisti portano la Shell in tribunale

Martelletto – Pixabay – OrizzontEnergia.it

L’accusa di negligenza nella gestione del rischio climatico è indirizzata a 11 membri del consiglio di amministrazione di Shell, che sono stati giudicati colpevoli di una gestione inadeguata dei rischi associati al cambiamento climatico e di non aver attuato una strategia per la transizione verso fonti energetiche più sostenibili, in conformità con gli Accordi di Parigi del 2015.

Nonostante i recenti profitti record di Shell, l’avvocato senior di ClientEarth, Paul Benson, ha affermato che l‘era dei combustibili fossili è giunta al termine, e che l’azienda deve adattarsi a questa realtà. Inoltre, ClientEarth ha una piccola quota in qualità di azionista di Shell.

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ClientEarth sostiene che la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio non solo è inevitabile, ma è già in corso. Tuttavia, secondo loro, il Consiglio di Amministrazione persiste nella sua errata strategia di transizione, esponendo l’azienda ai pericoli del cambiamento climatico.

La nota di Client Earth e la risposta della Shell

Per mantenere la competitività di Shell nei mercati energetici futuri, in un mondo dove i paesi e i clienti scelgono fonti di energia più economiche e sostenibili, l’azienda deve evolversi verso un modello commerciale alternativo, distaccandosi dai combustibili fossili. Tuttavia, riteniamo che il piano attuale del consiglio d’amministrazione per questo cambiamento sia insufficiente.

Infatti, non garantisce la riduzione delle emissioni necessaria per raggiungere gli obiettivi climatici globali e continua la produzione di combustibili fossili per decenni, legando l’impresa a progetti e investimenti che potrebbero diventare non redditizi man mano che il mondo si muove verso fonti di energia pulite. Questo pone a rischio la redditività commerciale a lungo termine dell’azienda e minaccia anche gli sforzi per proteggere il pianeta, aumentando ulteriormente i rischi per la stabilità finanziaria di Shell.

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Shell respinge le accuse e considera la denuncia di ClientEarth come un tentativo di influire sulla politica del consiglio di amministrazione. L’azienda, che si propone di diventare un’impresa a impatto climatico zero entro il 2050, sostiene di essere in linea con gli obiettivi climatici stabiliti a Parigi.