La Commissione europea citata davanti alla Corte di Giustizia da un’Associazione ambientalista non governativa
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Il 31 dicembre 2021 è entrata in vigore la Tassonomia verde voluta dalla Commissione europea. Si tratta di una classificazione secondo la quale un’azienda può essere definita eco-sostenibile oppure no. Sono alcune linee guida che cercano di dare la giusta direzione in questo momento di transizione.
Non solo, fornisce anche, attraverso alcuni criteri tecnici specifici,un’etichetta verde ad alcune fonti energetiche fornendo una scelta univoca alle varie attività di mercato. In questo modo si dovrebbe contrastare l’ecologia di facciata permettendo ad investitori pubblici e privati, di orientare i propri capitali nella giusta direzione.
A luglio dell’anno scorso c’è stato quello che, ad alcuni sembra, un ritorno al passato. Il Parlamento europeo ha, infatti, confermato la proposta della Commissione europea di inserire il nucleare e il gas naturale nella lista della Tassonomia verde. Secondo l’Europa entrambe le fonti dovrebbero rimanere per garantire il fabbisogno energetico dell’Europa.
Sembrerebbe trattarsi di una decisione a tempo, nel senso che si tratterebbe di impiegare queste fonti intanto che le rinnovabili non diventino più diffuse ed economiche. Ma per alcune Associazioni ambientaliste ritenere il nucleare e il gas utili al cambiamento climatico e all’ecologia è pura ipocrisia.
Il gas fossile, infatti, non può rientrare nelle forme di produzione di energia verde, in quanto produrrebbe di più di quanto definito proprio dalla Tassonomia, dalla legge sul clima dell’UE e dall’accordo di Parigi del 2015. Il regolamento consente un massimo 100 grammi di CO2 per chilowattora e non 270 come ha fissato la Commissione.
Non si tratterebbe nemmeno di un investimento transitorio, come previsto sempre dalla Tassonomia, perchè questi impianti potrebbero rimanere operativi oltre il 2050. Secondo la Commissione, inoltre, non esisterebbero fonti alternative adeguate. La realtà sta dimostrando che non è così. Basterebbe puntare di più su eolico e solare.
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Per il nucleare si aggiunge anche il fatto che l’apertura di nuove centrali non sarebbe conforme al principio di non provocare danni significativi che si legge nel regolamento della Tassonomia verde. Tutto ciò che ruota intorno al nucleare vìola questo principio. E, inoltre, il fatto che gli investimenti nel nucleare non producono energia nell’immediato potrebbe comportare un rallentamento nello sviluppo delle rinnovabili.
Un’Associazione non governativa e molto attiva in ambito ambientale, non è rimasta a guardare. Greenpeace ha presentato una richiesta formale affinchè vengano tolte la produzione di gas e il nucleare dalla Tassonomia. La Commissione ha respinto la richiesta, di conseguenza Greenpeace ha deciso la sua contromossa.
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Ad aprile di quest’anno l’Associazione ambientalista presenterà un’azione legale presso la Corte di Giustizia Europea. Il luogo opportuno dove affronatare un argomento tanto delicato quanto importante. Non ci rimane che aspettare per conoscere la decisione definitiva della Corte e capire che cosa verrà incluso o escluso dalla lista della Tassonomia verde.