Gli animali devono cambiare abitudini: ecco cosa succede e perché è colpa degli escursionisti. Lo studio fatto sulle Dolomiti
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Le escursioni in montagna appassionano ogni anno sempre tantissimi viaggiatori che scelgono il turismo lento per andare alla riscoperta dei luoghi naturalistici del Bel Paese e assaporare le emozioni che solo la natura sa dare. Una riscoperta positiva per il turismo e da un lato anche per il pianeta. Si mette da parte l’auto e si cammina a piedi, in modo lento ed interessante, a stretto contatto con il paesaggio.
Come sempre però c’è anche il risvolto della medaglia. I troppi escursioni presenti in montagna impongono un cambio di abitudini agli animali. È quello che avviene sulle Dolomiti del Trentino, soprattutto quelle occidentali, sempre più piene di gente, in particolare d’estate. Proprio in virtù di questo gli studiosi hanno voluto capire quale sia la risposta degli animali e per questo hanno installato delle fototrappole che hanno monitorato il loro comportamento, tra il 2015 il 2022.
Animali, perché cambiare abitudini? Lo studio italiano
La gente aumenta, i luoghi sono sempre più affollati e gli animali cambiano le loro abitudini. Decidono di uscire dalle loro tane solo di notte proprio per non incontrare le persone. È questa la conclusione alla quale sono arrivati i ricercatori del MUSE di Trento in collaborazione con quelli dell’Università di Firenze che hanno monitorato alcune specie animali per studiarne il comportamento in estate con l’alta presenza de turisti. Orsi, cervi, camosci, caprioli, tassi, volpi, lepri e faine, specie diverse che reagiscono però allo stesso modo davanti alla presenza invasiva dell’uomo che per loro crea un vero e proprio disturbo.
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Ecco allora che hanno capito che uscire di giorno significa imbattersi in troppe persone e così decidono di farlo di notte quando la situazione nel loro habitat è molto più tranquilla. Sono circa 500 mila le foto che sono state raccolte nel corso dei 7 anni di studio e di ricerca. Queste mostrano senza ombra di dubbio che il passaggio degli escursionisti è massiccio: sette volte in più rispetto agli animali con una proporzione che si rivoluziona del tutto, arrivando a 70, se si guarda all’orso, la specie meno fotografata in assoluto.
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Un adattamento forzato quello che gli animali hanno compiuto, non senza conseguenze. Proprio gli studiosi hanno specificato, infatti, che di notte le specie hanno maggiori difficoltà di movimento, nella ricerca del cibo e anche della regolazione della temperatura corporea che non è abituata ad una esposizione così massiccia al freddo. Ecco perché sì alle escursioni ma nel modo meno invasivo possibile rispettando gli animali.