La natura ci stupisce sempre, in ogni parte del mondo, con le sue spettacolari creature, come questo albero dal nome particolare
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Lo Yemen, uno stato posto all’estremità della penisola araba, è uno dei centri più antichi di civilizzazione del mondo. Fin dal secondo millennio a.C. le popolazioni che si sono susseguite insediando la penisola hanno saputo sfruttare le caratteristiche del territorio. Ricco di catene montuose e di corsi d’acqua, ospita una vegetazione piuttosto particolare.
Le sostanze che si ricavano, ancora oggi, da alcune piante, un tempo erano molto ricercate dalle regioni cirostanti. Gli antichi greci, per esempio, apprezzavano molto quella che ai loro tempi chiamavano aromata e che produceva quello che noi oggi chiamiamo incenso. Grazie ai numerosi corsi d’acqua, i Sabei, antico popolo che colonizzò lo Yemen, riuscirono a coltivare molti ortaggi e frutti.
Da qui sembra sia arrivato un famoso detto beduino secondo il quale la penisola araba è un luogo in cui non sono necessarie provviste perchè la natura dà tutto ciò che serve per cibarsi. Tra le tante specie che arricchiscono il suolo yemenita, non solo per le loro caratteristiche nutrizionali, ma anche per il mistero che le circonda, ce n’è una molto singolare.
Una pianta dalla forma e dal nome molto particolare
Cresce solo in questo luogo. Appartiene alla Famiglia delle Agavaceae ed è una specie di dracena-drago. La particolare forma della sua chioma, composta da mazzetti di foglie verde scuro e che sono poste alle estremità di un intreccio di rami corti e carnosi, le dà uno dei nomi con cui è conosciuta: albero-ombrello.
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La forma della sua chioma è, in realtà, dovuta all’adattamento della pianta alle alte temperature e alla scarsa disponibilità del suolo. In questo modo è in grado di ridurre l’evaporazione e, con la sua ombra, protegge i semi che lascia cadere al suolo. Cresce molto lentamente tanto che nel territorio si possono incontrare alcuni esemplari millenari.
L’altro nome con cui è conosciuta è, forse, quello che di più la circonda di mistero. Una leggenda narra che la pianta nacque dal sangue versato durante un combattimento fra un drago e un elefante. In realtà, l’albero rilascia una resina che, nel colore, ricorda proprio il sangue di un drago. E’ contenuta sia nelle foglie che nella corteccia ed è conosciuta fin dall’antichità.
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E’ utilizzata ancora oggi come medicamento per curare le ferite, o come essenza profumata e come pigmento per colorare pietre, vetro e marmo. Da recenti studi scientifici si è visto che è in grado di ridurre infiamamzioni ed è un ottimo antivirale. Dagli indigeni era spesso utilizzata anche durante le loro cerimonie religiose.