Il terremoto in Turchia e in Siria è stato una vera tragedia. Ma dopo due settimane si contano anche i danni sull’ambiente
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Il 6 febbraio 2023 alle 4:17 ora locale (le 2:17 in Italia), l’area di confine tra la Turchia meridionale e la Siria settentrionale è stata colpita da un terremoto, secondo l’AFAD (l’Autorità e la Presidenza di Gestione dei Disastri e delle Emergenze del Primo Ministro della Repubblica della Turchia), con una magnitudo momento pari a 7.9. Sebbene il valore possa sembrare contenuto, si tratta di uno spostamento spaventoso, considerando che il movimento sismico si è propagato su una distanza simile a quella tra Roma e Palermo.
L’entità dello spostamento sismico indica la presenza di una grande quantità di energia in gioco: ciascuna delle due principali scosse ha rilasciato un quantitativo di energia equivalente a quello di un’esplosione di 15 milioni di tonnellate di tritolo. I terremoti hanno provocato profonde tracce sulla superficie terrestre, testimoniando l’immensa energia in gioco e modificando per sempre il paesaggio circostante.
Gli effetti del terremoto in Turchia sull’ambiente
Uno dei segni più evidenti del movimento relativo delle placche nella regione di confine tra Turchia e Siria è stato l’emergere di fratture superficiali che si sono estese per centinaia di chilometri. Laddove le infrastrutture stradali o ferroviarie attraversano le faglie sismogenetiche, si notano chiaramente gli effetti superficiali, come i dislocamenti che rappresentano lo scorrimento relativo dei blocchi di faglia. In questo caso, il movimento è avvenuto in senso “trascorrente”, con un piano di frattura verticale e uno spostamento orizzontale.
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Nel caso del terremoto che ha colpito la regione di confine tra Turchia e Siria, si sono verificati spostamenti dell’ordine dei 3-4 metri. La fagliazione e la fratturazione superficiale, insieme ai sollevamenti, sono gli effetti più evidenti dei terremoti di grande magnitudo, in quanto contribuiscono in modo significativo a modificare l’aspetto della superficie terrestre e quindi del paesaggio.
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Le deformazioni subite dalle rotaie di una ferrovia sono state notevoli. Inoltre, i movimenti della superficie hanno innescato numerose frane che, soprattutto nelle zone di frattura principali, hanno provocato la creazione di canyon molto profondi. Un esempio significativo si trova nelle campagne della provincia di Hatay, dove il campo di fratture ha una lunghezza di circa 300 km, un’ampiezza di 200 metri e una profondità di circa 30 metri.