Il sorbo, un albero antico e centenario che ci regala frutti, le sorbe, ricchi di sostanze nutritive e che oggi è quasi dimenticato
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La natura ci regala un frutto che, oggi, è quasi sconosciuto. Si tratta del sorbo domestico. Il suo nome botanico è Cornus domestica ed è un albero da frutto che appartiene alla Famiglia delle Rosacee ed è l’unica specie del genere. I frutti sono conosciuti come sorbole. Esiste un antico proverbio che dice: Con il tempo e con la paglia maturano le sorbe.
Di questa specie esiste la varietà che presenta frutti allungati e un’altra più tondi. Il legno dell’albero, che è molto longevo tanto da diventare centenario, è duro e compatto e, un tempo, era utilizzato per creare oggetti e utensili. Il frutto era molto conosciuto ed apprezzato nell’antichità.
Già i romani preparavano gustose marmellate apprezzate per il loro gusto dolcissimo. Oggi è usato dall’industria alimentare per il sorbitolo. E’ uno zucchero del frutto e viene trasformato per dolcificare alcuni alimenti. Le sue caratteristiche nutrizionali sono importanti in particolare per chi soffre di diabete.
Inoltre la Vitamina C, l’acido malico e la quercitina aiutano a prevenire l’invecchiamento delle cellule. Hanno un buon contenuto di fibra alimentare che migliora la motilità intestinale. Sembra sia anche un ottimo antinfiammatorio. Dall’estratto delle sorbole si possono creare degli integratori alimentari che aiutano a proteggere il fegato.
La regione italiana dove la sua coltivazione era molto diffusa è la Sicilia. Il suo clima quasi sempre mite e il sole permettevano a questa pianta di crescere spontaneamente nei boschi. E una delle zone più ricche era quella dell’Etna. E’ di questa terra la leggenda secondo la quale il sorbo è un albero da frutto portafortuna.
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La sua lenta crescita e il particolare procedimento per fare in modo che i frutti, inizialmente molto aspri, diventino commestibili, ha reso questa pianta, agli occhi del mercato, poco interessante. I tempi moderni in cui viviamo tutto deve essere disponibile nel più breve tempo possibile, ma il sorbo, per la sua natura lenta, non può rientrare in questi parametri.
La polpa del frutto deve, infatti, intenerirsi, per diventare commestibile, subendo un processo d’ammezzimento. Raggiunge il culmine della maturazione quando il colore della sua buccia si accentua diventando rosso porpora. A questo punto i tannini presenti nel frutto si trasformano in zuccheri ed è quindi pronto per essere consumato.
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Per rendere il procedimento più veloce, un tempo i contadini mettevano i frutti nella paglia. Il calore che si produceva favoriva, appunto, la trasformazione dei tannini. Oggi sono quasi introvabili. Ma la particolarità della loro produzione senza trattamenti chimici fanno del sorbo un frutto molto ricercato.