Se abbiamo deciso di coltivare da soli, o in condivisione, il nostro orto, possiamo farlo rispettando la terra e l’ambiente
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E’ già da qualche anno che le persone si stanno organizzando per autoprodurre gli ortaggi per il proprio fabbisogno. C’è chi vive in campagna ed ha scelto una casa con giardino o balcone e, quindi, coltiva il proprio orto. E chi vive in città può aggregarsi a chi sta coltivando la terra in un orto condiviso.
In questi ultimi tempi, visti i prezzi e la necessità di non pesare troppo sull’ambiente, coltivare un pezzo di terra è una buona soluzione. In questo modo è possibile utilizzare poca acqua e pochi fertilizzanti, o non usarli affatto. Grazie agli insegnamenti del microbiologo giapponese Masanobu Fukuoka, la coltivatrice spagnola Emilia Hazelip li ha adattati al clima mediterraneo.
E l’utilizzo dei fertilizzanti è stato completamente sostituito dalla pacciamatura. Ricoprire le radici con della paglia o un altro materiale naturale, permette di isolare termicamente il terreno e, al contempo, lo protegge dalla pioggia e dagli sbalzi di temperatura, impedendo anche la crescita delle infestanti che potrebbero rovinare le colture.
Di solito si prepara la terra formando delle strisce rialzate che portano il nome di bancali. La progettazione della forma del nostro orto sinergico è molto importante. E, nel progetto, sono da prevedere dei piccoli sentieri in cui poter passare, perchè la terra, una volta seminata, non può essere calpestata.
La lavorazione della terra è da fare utilizzando solo le mani e i pochi attrezzi che in genere si utilizzano per il giardinaggio: pale, vanghe e rastrelli. Lavoriamo, quindi, bene la terra e puliamola da tutto ciò che non serve, pietre, erbacce, e, solo dopo, potremo cominciare a seminare.
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Le piante da coltivare devono essere varie, dai legumi agli ortaggi classici aggiungendo anche i fiori. Alcuni, infatti, definiscono l’orto sinergico come un vero e proprio giardino commestibile. E’ il frutto della propria creatività messa a disposizione della terra affinchè ci regali ciò di cui abbiamo bisogno.
La distribuzione delle colture deve, però, seguire alcune regole. In ogni bancale dovremo mettere piante che appartengono ad almeno 3 famiglie diverse. Dovremo sempre seminare le leguninose e le liliacee, cioè aglio, cipolle, porro, scalogno e erba cipollina. Questo perchè le prime apportano azoto grazie al lavoro dei batteri azotofissatori che vivono in simbiosi con le radici. Le seconde perchè hanno un’azione repellente verso quegli insetti che potrebbero intaccare le colture.
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Scegliere piante che si aiutino tra di loro è la scelta migliore anche se non è una regola ferrea. Se siamo alle prime armi non dobbiamo avere paura di sperimentare. Teniamo conto della dimensione delle piante quando cresceranno, i suoi tempi di crescita e maturazione e cerchiamo di creare più biodiversità possibile.
Alla base dell’orto sinergico c’è la condivisione. Anche se lo prepariamo e lo coltiviamo nel nostro giardino, ricordiamoci di non gettare nulla. Gli ortaggi in eccedenza di cui non abbiamo bisogno, doniamoli al nostro vicino di casa o a qualcuno che sappiamo averne bisogno. Anche questo è un modo per rispettare l’ambiente e il nostro lavoro.