Proprio come tre anni fa, le corsie dei supermercati sono rimasti sprovviste di ogni genere alimentare. La paura è tanta
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Durante la pandemia del Covid-19, oramai datate tre anni fa, ci sono stati dei momenti purtroppo indimenticabili. Dalle bare portate dai fuori militari fuori Bergamo. I discorsi dell’allora Premier Conte, le autocertificazioni. Ma anche il bollettino e la ricerca disperata del vaccino e delle mascherine. Scene che tutti noi difficilmente dimenticheremo.
Ma a distanza di tre anni c’è un’altra scena davvero indimenticabile che si sta ripetendo. Un qualcosa che, in Italia, non si è vissuto in prima persona, ma tramite i social network e le televisioni sono state condivise in tutto il mondo. Ovvero le corsie dei supermercati vuote. Un drammatico momento vissuto soprattutto in Inghilterra dove era diventato impossibile trovare moltissimi alimenti e prodotti di prima necessità. Ma ora la storia si ripete. Il motivo? E’ davvero incredibile.
Come detto ci è stata già una penuria che fa tornare alla mente ciò che è accaduto tre anni fa, quando è stata attuata la Brexit. In quel periodo, infatti, alcune ostacolanti barriere burocratiche doganali danneggiarono gli scambi commerciali con gli Stati membri dell’Unione Europea, pregiudicando una catena di approvvigionamento già problematica per la fornitura di beni in settori come quello agroalimentare. E il tutto fu peggiorato dai problemi dovuti dal Covid.
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In questo momento non si riescono a trovare i pomodori e altre verdure che vengono tradizionalmente importate dal Nord Africa o dall’estremo sud dell’Europa durante questa stagione. Ciò ha portato due catene di supermercati a basso costo, Asda e Morrisons, a dichiarare l’implementazione di limitazioni temporanee sull’acquisto di pomodori, peperoni, lattuga e altre insalate, broccoli, cetrioli, cavolfiori e lamponi. Ogni cliente può acquistarne non più di tre confezioni, qualora le trovi disponibili.
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Secondo quanto riportato dalla BBC e spiegato dagli esperti del British Retail Consortium, l’organizzazione di categoria, sembra che la Brexit abbia una scarsa influenza in questo caso. La questione riguarda invece la relativa mancanza di disponibilità a monte nei Paesi produttori, anche in Irlanda. Ciò è stato causato principalmente da fenomeni climatici irregolari e di maltempo che si sono verificati di recente sia in Africa settentrionale sia nel sud della Spagna, ovvero le aree da cui l’Inghilterra, la Scozia e il Galles si sono riforniti per decenni, ottenendo il 90-95% di questi alimenti durante la stagione tra dicembre e marzo.
Negli ultimi giorni, diverse località del Paese hanno segnalato il problema, coinvolgendo anche alcuni supermercati di catene di alto livello come Waitrose, Tesco e Sainsbury’s. In molti, tramite social, ritengono che la colpa sia della Brexit. Una delusione condivisa che è anche il sentimento prevalente nei confronti dei risultati e delle promesse non mantenute del distacco dall’Unione Europea. Questo è stato confermato da diversi sondaggi condotti di recente, i cui risultati hanno portato alla creazione di un nuovo neologismo, Bregret, derivante dalla contrazione delle parole Brexit e regret.