Diesel, l’alternativa è in Italia: è sostenibile

In Italia, secondo l’azienda produttrice, potremo fare il pieno contribuendo alla riduzione di emissioni di CO2

diesel alternativa italia è sostenibile
Camion-Pixabay-OrizzontEnergia.it

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L’Unione europea ha imposto agli stati membri il blocco della vendita di auto a banzina e diesel a partire, già, dal 2035. Un piano piuttosto ambizioso visto il nostro parco macchine che è ancora quasi totalmente incentrato sull’uso di combustibili fossili. Gli incentivi per l’acquisto di auto innovative sono stati bloccati, di conseguenza pensare ad un cambiamento significativo è piuttosto difficile.

Il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto spiega che:

«Nessuno mette in dubbio l’auto elettrica, è un obiettivo da raggiungere anche se non completamente elettrica perché ci sono dei motori endotermici che possono usare biocarburanti, biometano, che possono funzionare. Oggi l’auto elettrica è fatta solo per i ricchi, noi abbiamo un parco auto di 40 milioni di auto, abbiamo ancora due milioni di auto Euro 1- Euro 2, pensare di sostituirle con l’elettrico è inimmaginabile in questo momento, è un percorso da fare, ma bisogna essere più razionali ed equilibrati».

C’è chi sta lavorando a combustibili alternativi ed ecologici. E’ Eni Sustainable Mobility che sta lavorando da molto tempo sugli eFuels, i combustibili di ultima generazione. Sono creati in laboratorio lavorando materie prime di scarto, residui vegetali e olii derivanti da colture che non competono con la filiera alimentare.

L’obiettivo è di impattare meno sull’ambiente anche durante il processo produttivo degli stessi carburanti. L’azienda mira, infatti, a bilanciare le emisisoni di CO2 sottratta dalla realizzazione con quella emessa. I parametri seguiti sono quelli della Direttiva UE 2018/2001, la REDII.

Arriva in Italia il biocombustibile per le automobili

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In alcune città italiane è già possibile utilizzare il biocarburante. Le province in cui è disponibile sono 33. Tra queste Roma, Bologna, Firenze, Genova, Torino. Da marzo anche altre città potranno utilizzarlo. I punti vendita saliranno a 150. Il carburante si chiama HVOlution, ed è il primo nato di Eni Sustainable Mobility.

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L’investimento e gli esperimenti partono da lontano. E’ il 2014 quando le aziende produttive di Venezia e di Gela si trasformano in bioraffinerie e palm oil free dal 2022. Il carburante non è completamente ecologico, ma la sua produzione e il suo utilizzo permetterebbe di ridurre le emissioni di CO2 tra il 60 e il 90%.

Si sta cercando di capire se sarà possibile farlo utilizzare anche ai mezzi di trasporto pesanti. Altra buona notizia è che si potranno usare le infrastrutture già esistenti per la vendita ed è compatibile con tutti i motori e senza alterare le prestazioni. Ora l’Unione europea ha tempo fino al 2026 per valutare l’effettiva sostenibilità del carburante.

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Intanto l’amministratore delegato dell’azienda, Stefano Ballista, ha affermato che:

“Il biocarburante puro HVOlution ha un ruolo fondamentale perché già da oggi può dare un contributo importante alla decarbonizzazione della mobilità, anche del trasporto pesante. Questo prodotto arricchisce l’offerta nelle stazioni di servizio, affiancandosi all’attuale proposta di prodotti low-carbon, come le ricariche elettriche

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