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Aurora boreale, un incantevole spettacolo: ma cos’è in realtà?

Quello dell’aurora boreale è uno degli spettacoli più belli a cui si possa assistere in natura? Ma da cosa è determinato? Cosa genera quelle luci così suggestive?

Aurora boreale – foto da pixabay – orizzontenergia.it

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Quello dell’aurora boreale, per noi abitanti della penisola italiana, è certamente un fenomeno remoto, quasi esotico e leggendario. Quando se ne raccontano i bagliori quasi sembra di assistere alla narrazione di un sogno.

Ma di cosa si tratta a livello scientifico? Visivamente l’aurora boreale è costituita da strutture luminose, solitamente verdi, che si librano nel cielo. Approfondiamo i meccanismi che si celano dietro al fenomeno.

Aurora boreale: di cosa si tratta a livello scientifico?

Aurora boreale – foto da pixabay – orizzontenergia.it

L’aurora boreale è un fenomeno tipico delle terre del nord come Groenlandia, Islanda, Alaska, Canada del Nord, Russia, Norvegia, Finlandia e Svezia. Il fenomeno si manifesta attraverso delle suggestive luci giallo-verdi (ma anche rosa) che formano diverse composizioni, più o meno geometri, nel cielo.

Un tempo le popolazioni nordiche erano spaventate dall’aurora boreale e comprensibilmente. Credevano infatti che fosse opera di qualche divinità non avendo a disposizione alcun tipo di spiegazione scientifica. Il primo scienziato ante-litteram a tentare di spiegare il fenomeno luminoso è stato Galileo Galilei.

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E’ proprio grazie a lui che ad oggi il fenomeno prende il nome di “Aurora boreale”. Il primo scienziato a fornire una primordiale spiegazione scientifica fu invece il fisico norvegese Kristian Birkeland. Alla fine dell’800 il fisico ricondusse al fenomeno all’interazione del flusso di radiazioni provenienti dal sole con la nostra atmosfera.

Entrando in contatto con il campo magnetico terrestre queste radiazioni solari danno origine a delle particelle elettriche che a contatto con l’atmosfera producono un particolare bagliore spettrale. Nonostante lo studio di Birkeland fosse corroborato da valide osservazioni scientifiche, la comunità scientifica lo rigettò in un primo momento screditandolo.

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Solo nel 1960 con l’avvento delle osservazioni satellitari la teoria del fisico norvegese andò in contro ad una definitiva e inoppugnabile conferma. I fasci luminosi che possono tingersi di verde, rosso, rosa, giallo o blu sono detti “archi aurorali” e in particolare sono causati dall’interazione di particelle cariche (protoni ed elettroni), con la nostra ionosfera. Le particelle collimano grazie al vento solare.