Estrazione dell’alluminio: si conta che la richiesta continuerà a salire in modo forte, ma a quale prezzo? La verità in Brasile è davvero allarmante
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L’alluminio è un metallo che noi oggi usiamo moltissimo. Un materiale che si ritrova in tantissimi ambiti della nostra vita. In particolare, negli ultimi tempi, viene usato a sostegno dell’ambiente. In che modo? È uno dei componenti delle batterie delle auto elettriche che garantiranno il futuro di una mobilità più sostenibile. Ma come si ottiene l’alluminio?
Dall’estrazione della bauxite, un minerale ricavato dalla roccia. Ne servono quantità importanti: basta pensare che per una singola tonnellata di alluminio, ne servono quattro di bauxite. Numeri in costante crescita quelli dell’alluminio considerando che la produzione delle auto con la spina costituirà il futuro dell’automotive. Si conta che entro il 2050 raddoppieranno la presenza del mercato con il conseguente maggiore consumo di alluminio. Ma a quale prezzo? La situazione in Parà è già grave.
L’estrazione dell’alluminio è velenosissima: gli esiti nefasti
La grande parte della bauxite utile per la produzione dell’alluminio, anche quello che arriva nel nostro Paese, si estrae in Parà, uno dei maggiori stati del Brasile. È proprio qui che si stanno denunciando però dei fatti assurdi che mettono a serio rischio la sopravvivenza delle popolazioni locale, soprattutto indigene come i Quilombola.
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Questi popoli, infatti, si trovano a dover far fronte alla contaminazione dell’acqua, del suolo e dell’aria vedendo completamente danneggiato il loro habitat. Questo avviene a causa dei metalli pesanti che vengono continuamente scaricati dalle compagnie minerarie. Proprio in Parà, infatti, fin dalla dittatura militare del Brasile, è presente un grande complesso industriale dedito al settore minerale, tra cui quello per la produzione dell’alluminio. È da qui che provengono i principali scarichi tossici che finiscono nei fiumi Murucupi e Pará.
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La presenza degli indigeni ed i continui rilievi che dimostrano come questa attività sia tossica non ha fermato l’industrializzazione ed una delle principali industrie imputate continua a negare il suo coinvolgimento. Oggi gli esiti dei rilievi parlano chiaro: i livelli di piombo e nichel ritrovati nei capelli degli indigeni sono altissimi con conseguenze assurde. Prurito continu, oltre che piaghe su tutto il corpo ed in alcuni casi anche la comparsa del cancro. Il prezzo che sta pagando questa comunità è altissimo e non s può più restare inermi.