Un’antica tecnica di coltivazione sta diventando sempre più seguita, ci permette di avere ogni giorno ortaggi freschi sulla tavola
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La capacità di arrangiarsi è diventata necessaria in questo periodo storico piuttosto precario. Per molti il futuro è incerto, ma per altri è già qui. Forse saranno anche i prezzi alle stelle o, forse, è semplicemente la voglia di ridimensionare le proprie necessità puntando sulla sostenibilità e sulla qualità degli alimenti di cui vogliamo nutrirci, che ci spinge a scelte diverse.
Gli orti in casa, sui nalconi, nei giardini o condivisi alle periferie delle città non sono più un miraggio, ma una realtà sempre più presente. Anche i metodi di coltivazione rispolverati da un passato che sembra lontano, sono diventati, all’improvviso, moderni, attuali e importanti per coltivare sano.
La biodinamica, la permacultura, il biologico, ci fanno ritornare al modo di concepire l’agricoltura dei nostri nonni che si affidavano alla luna, alla pioggia e al sole. E poi si accontentavano di ciò che la terra regalava anno dopo anno. Oggi c’è una conoscenza e una consapevolezza diversa. Coltivare il proprio cibo sta diventando una necessità.
Ed ecco che si comincia ad riutilizzare una tecnica la cui ricerca procede da oltre settant’anni. La conoscenza della coltura fuori terra, così come dice il nome, idros, fuori e ponos, acqua, cioè acqua che lavora, viene da molto lontano. Era in uso già tra il popolo egizio, tra gli Aztechi e nei giardini dell’antica Babilonia.
L’antica e innovativa tecnica idroponica per coltivare in casa il nostro orto
Ripresa agli inizi del ‘900, oggi sta diventando una delle tecniche più utilizzate, soprattutto in casa. Si, perchè, in questo modo possiamo coltivare verdure fresche anche se viviamo in un piccolo appartamento senza balconi. E’ un metodo che tutti possiamo seguire, è di facile realizzazione e semplice da mantenere.
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Gli strumenti di cui abbiamo bisogno per iniziare il nostro orto casalingo sono molto pochi. Muniamoci di barattoli di vetro, acqua e argilla espansa, fibra di cocco, corteccia o perlite che serviranno da supporto alle radici delle nostre piantine. Siamo pronti per partire. Riempiamo i nostri contenitori con della semplice acqua di rubinetto.
Infine, immergiamo le parti finali delle verdure che altrimenti scarteremmo. Per esempio, quando puliamo un cespo di lattuga, tagliamo la parte finale lasciandone alcuni centimetri ed immergiamolo nell’acqua. Dopo alcuni giorni vedremo la lattuga rispuntare dal centro del cespo. A questo punto possiamo scegliere se spostare la piantina in un vaso con del terriccio, oppure farla continuare a crescere nell’acqua.
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Se scegliamo il secondo modo, controlliamo spesso la quantità di acqua nel barattolo e cambiamola ogni due giorni. Possiamo farlo con tutti gli ortaggi che utilizziamo in cucina. Tra le piante che crescono più in fretta c’è il cavolo cinese. In due giorni una piccola piantina comincerà già a germogliare.
Per il sedano, partendo dal gambo, dovremo attenderne tre, mentre per la carota dovremo avere un poco più di pazienza. Possiamo provare con tutte le verdure. Si tratterà solo di capire il tempo di cui necessitano per crescere. Nel frattempo pensiamo che stiamo aiutando il pianeta a consumare meno e il nostro organismo a stare meglio.