Angelique Ahlstrom, co-fondatrice della start-up Flash Forest, vuole che il nostro pianeta torni ad essere ricco di foreste come un tempo
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Una giovane donna canadese, da un pò di tempo sta facendo parlare molto di sè. Si tratta di Angelique Ahlström, co-fondatrice e CSO di Flash Forest e co-responsabile e presidente del sottogruppo Implicazioni sociali presso The Galileo Project ad Harvard. Una giovane vita già costellata di notevoli successi.
Tanto che nel 2021 Forbes l’ha scelta come 30 Under 30 in Energy come Honoree e Editor’s Pick. E nel 2022 la start-up ha vinto il GovTech Prize in Climate Change del World Government Summit , assegnato dall’Ufficio del Primo Ministro degli Emirati Arabi Uniti. Il suo impegno si è visto fin da subito.
Nel 2015 ha conseguito la laurea in lettere con la specializzazione in antropologia. E la laurea in scienze politiche con la specializzazione in evoluzione biologica e pensiero politico della prima età moderna presso l’Università di Victoria. Per qualche tempo ha vissuto in Zambia presso l’African Peace-building Institute dove, insieme ad altri leader, ha studiato un modo per la risoluzione dei conflitti.
La sua carriera accademica continua nel 2016. Diventan Graduate Assistant presso l’Università di Victoria, e Lead Editor del Federalism-E Academic Journal presso la Queen’s University. Qui ha pubblicato uno studio incentrato sul miglioramento della struttura e del processo del sistema politico canadese.
La start-up canadese che fa crescere alberi grazie alla tecnologia
Nel 2019 consegue un altro master in Commercial Space Technology presso l’ International Space University ed è stata scelta per partecipare al programma inaugurale tenuto dalla International Space University, dall’Aldrin Space Institute e dal Florida Institute of Technology della NASA.
Uno dei suoi progetti più importanti e di cui si parla in questo periodo, riguarda il lavoro della start-up di cui è co-fondatrice. La Flash Forest ha un obiettivo ben preciso, riuscire a piantare e a far crescere 1 milione di nuovi alberi entro il 2028. Un traguardo molto ambizioso, ma la tecnologia usata potrebbe fare la differenza.
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L’azienda sfrutta, infatti, la tecnologia dei droni, l’intelligenza artificiale, il GIS e la scienza delle piante, portando livelli di accuratezza, precisione e velocità che non erano pensabili fatti solo dal lavoro manuale dell’uomo. Inoltre, riforestando in tempi brevi gran parte del pianeta, si potrebbe evitare l’aumento di 1.5° C della temperatura a livello globale.
Il cambiamento climatico che stiamo vivendo in questi ultimi anni è una sfida che Flash Forest ha colto. La Terra perde, in media, 20 miliardi di alberi all’anno, il 37% dei quali a causa di incendi. Restituire al pianeta ciò che gli appartiene, cioè gli alberi, permetterà anche all’uomo di affrontare l’innalzamentto del clima.
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Oggi gran parte della piantumazione viena ancora fatta a mano. E’ un metodo lungo e laborioso, difficile e di accessibilità limitata. L’utilizzo di droni permette di aumentare il tasso di riforestazione globale seminando diverse parti del pianeta in tempi brevi. L’impegno della start-up prevede, non solo il rimboscamento, ma anche il completo recupero dell’ecosistema.