Per sapere se siamo persone intelligenti, oltre al QI elevato, dobbiamo possedere anche determinate caratteristiche
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Vediamo la definizione nel vocabolario italiano. intelligènza dal latino intelligentia, der. di intelligĕre, intendere, comprendere. Complesso di facoltà psichiche e mentali che consentono all’uomo di pensare, comprendere o spiegare i fatti o le azioni, elaborare modelli astratti della realtà, intendere e farsi intendere dagli altri, giudicare.
Queste rendono l’uomo capace di adattarsi a situazioni nuove e di modificarle, nel momento in cui incontra degli ostacoli. E’ propria dell’uomo, in cui si sviluppa gradualmente a partire dall’infanzia ed è accompagnata dalla consapevolezza e dall’autoconsapevolezza.
Le persone più intelligenti hanno certamente un qualcosa che le differenzia dagli altri. Sono come una luce che brilla nel buio. Hanno la capacità di vedere oltre e di fare collegamenti apparentemente non visibili. Per lungo tempo questa facoltà era valutata solo attraverso il QI, quoziente intellettivo, ossia un punteggio ottenuto tramite un test.
Vediamo quali sono i punti valutati dalla scienza rispetto alle persone con un QI molto lato. Prima di tutto intelligenza suignifica anche riconoscere ls propria ignoranza. Si perché sapere di avere dei limiti significa anche valutarli per superarli. Queste persone sono aperte all’apprendimento del nuovo e non si vergognano di non sapere.
Rispettano, dunque, gli altri punti di vista cercando l’evidenza della verità. Mentre, coloro che credono di essere migliori degli altri, in verità, sono vittime di un pregiudizio e non riescono a riconoscere la propria incompetenza. Sono intrappolati nell’effetto denominato Dunning Hruger e mostrano un’eccessiva sicurezza.
Un altro punto a favore delle persone intelligenti è quello di accettare fallimenti ed errori. Non incolpano il destino o gli altri ma si sforzano per cambiare prospettiva imparando così dall’esperienza. La logica conseguenza è che non oppongono resistenza al cambiamento. Secondo uno studio di Yale la loro mentalità è aperta a nuove possibilità.
Apprezzano e valutano prima di dare la propria idea e prendere una decisione. Se ciò che hanno dedotto non funziona e, durante il cammino, acquisiscono nozioni diverse, si soffermano a valutare altre alternative. Sanno gestire le emozioni e praticano l’introspezione per affrontare il processo risolutivo.
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L’aggressività ostacola anche lo sviluppo dell’intelligenza. Aggiungiamo che non sono condizionate dagli stereotipi e riescono a guardare oltre. Una ricerca fatta su più di 15mila persone ha evidenziato che un QI più basso nell’infanzia dava maggiori possibilità di essere razzisti od omofobi in età adulta.
Altra caratteristica è l’umorismo, Secondo Freud questo consente all’uomo di trasformare, in modo sicuro e deciso, i propri impulsi in arguzia. Ridono di loro stessi e allontanano anche l’infruttuosa autocritica. Secondo l’università di Vienna queste persone apprezzano anche lo humor noir, hanno un umore migliore e bassa aggressività.
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C’è però anche un aspetto più fastidioso che riguarda il rapporto con le cose. Diverse ricerche hanno trovato una correlazione tra intelligenza ed una maggiore propensione a preoccuparsi ed a rimuginare. Probabilmente la spiegazione sta nel fatto che questi soggetti non si accontentano di spiegazioni superficiali ma vogliono andare fino in fondo per trovare una spiegazione soddisfacente.
Sono creativi e buoni comunicatori ed esprimono le idee in modo chiaro, convincente e persuasivo. Spesso hanno grande capacità di concentrazione rispetto alle loro attività . L’intelligenza, insomma, si mostra sotto molteplici sfaccettature che variano da persona a persona. Se notiamo uno o più di questi aspetti in noi o in altri sono certo sinonimo di intelligenza.