Mentre passeggiamo sulla spiaggia possiamo imbatterci in vari oggetti di plastica, ma anche in alcuni tesori inaspettati
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Al termine della stagione estiva, nel momento in cui i turisti lasciano le spiagge per tornare alle proprie case, ecco che escono allo scoperto gli hobbisti del metal detector. Appassionati che, con il loro strumento, cercano sperando di trovare chissà quale tesoro nascosto dalla sabbia. Eppure, c’è chi, in effetti, ha avuto la fortuna di ritrovare oggetti importanti dal punto di vista storico.
In questo caso è obbligo restituire ciò che si è trovato, perchè un reperto antico appartiene alla comunità. Così, in realtà, anche gli oggetti di piccolo valore vanno consegnati all’ufficio oggetti smarriti. Se il proprietario ne rivendica la proprietà, potrà riprenderselo pagando una piccola somma a chi l’ha ritrovato, a titolo di premio.
Se non abbiamo questo hobby, ma ci piace passeggiare sulla spiaggia anche in inverno, quando è quasi deserta, possiamo imbatterci in ciò che al mare non serve più. Conchiglie o piccole pietruzze sono oggetti che, a volte, raccogliamo e ci portiamo a casa. Ma, se guardiamo bene, possiamo ritrovare anche altri resti di animali o vegetali.
Le ossa di seppia sono tra quelli più frequenti. E’ la conchiglia calcarea interna della seppia. Ha una forma elissoidale ed è costituita per l’80% da carbonato di calcio, fosfati e acqua. Serve alla seppia per regolare la sua galleggiabilità. Possiamo raccoglierlo e portarlo a casa Se abbiamo un uccellino, sarà molto contento di averlo nella sua gabbia. Oppure metterlo nell’acquario, tampona il ph acido dell’acqua e fornisce calcio alle piante.
Tra le alghe è possibile trovare i borsellini delle sirene. E’ un ritrovamento raro, ma è comunque importante perchè significa che in quella zona ha deposto le uova una raza. Si tratta, infatti, di piccole sacche nere non più grandi di 5 centimetri che hanno contenuto le uova di una raza. In genere si ritrovano vuote e mostrano che il fondale marino è ancora vivo e in salute.
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C’è chi ha incontrato anche una particolare ambra grigia. Ma non si tratta di una pietra semipreziosa, bensì di vomito di balena. E’ un ritrovamento piuttosto raro, ma chi lo trova è molto fortunato. Proviene dai capodolgli ed è usato dall’industria profumiera per produrre profumi. Il suo costo è piuttosto elevato, per cui trovarlo spiaggiato è una fortuna.
Altro strano ritrovamento è quella che è conosciuta come palla di pelo. Il nome scientifico è egagropoli. Si tratta di fili fibrosi dell’erba di Nettuno che il mare porta a riva. Questi fili, frutto dello sfilacciamento dei residui fogliari fibrosi che circondano il rizoma della pianta, si arrotolano su se stessi formando delle palle.
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