Il cervo volante è un coleottero innocuo che vive nei tronchi di vecchi alberi secchi e che, per gli antichi, era simbolo di buon auspicio
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Il cervo volante o Lucanus cervus è un coleottero che appartiene alla Famiglia dei Lucanidi. Nei nostri giardini potremmo iniziare ad incontrarlo proprio con l’inizio della primavera. Ha una lunghezza che varia dai 25 agli 80 millimetri ed è uno dei più grandi coleotteri che possiamo vedere.
Vive in paesi come l’Asia Minore e il Medio Oriente. E’ possibiletrovarlo anche da noi, in particolare nelle regioni del nord. Abita le cavità di vecchi tronchi di albero. Ed è proprio per questo che, purtroppo, la sua specie è minacciata di estinzione. Spesso, infatti, nei boschi i vecchi tronchi secchi vengono rimossi e, di conseguenza, il coleottero non ha più un posto dove stare.
Nell’Allegato II della Direttiva Habitat del 1992 delle norme di protezione dell’Unione Europea, la specie è stata inclusa nella Convenzione di Berna, cioè la Convenzione per la conservazione della vita selvatica e dei suoi biotopi in Europa. Se lo incontriamo, quindi, non lasciamoci spaventare dalla sua forma particolare e lasciamolo libero.
E’ dotato, infatti di due mandibole che sembrano delle corna e che sono anche la causa dell’origine del suo nome. Anticamente proprio questa sua caratteristica aveva fatto la sua fortuna. Alcuni popoli, infatti, gli attribuivano delle proprietà benefiche, tanto che appendevano le mandibole al collo dei bambini come portafortuna.
Il coleottero volante con le corna di un cervo
Poi vennero sostituite con il cornetto di corallo e con il gesto scaramantico di fare le corna. Si incontra raramente perchè è un animale prettamente notturno. E’ in grado di volare. Infatti, al crepuscolo può capitare di sentire un rumore pesante, potrebbe essere un cervo volante. Il rumore è dato proprio dalla sua morfologia.
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Le sue ali sono doppie. Le prime sono robuste e senza nervatura, mentre le seconde sono più leggere e si nascondono sotto le prime quando è in stato di riposo. Non percorrono, però, grandi distanze, nonostante la loro abilità. Dipende molto anche dalla loro mole. Escono dalle loro tane durante la notte per cibarsi.
Amano la linfa zuccherina di alberi come il tiglio, il castagno, i pioppi e le querce. Se, lungo la sua strada, trovano della frutta matura, allora si fermano e ne approfittano. Le mandibole, infatti, sono atte a stringere e sminuzzare. Quando non è impegnato a cibarsi, le utilizza nella lotta per proteggersi da chi gli si avvicina.
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Le femmine, al contrario, hanno mandibole più piccole, ma anche più pericolose. Quindi, se incontriamo un coleottero, lasciamolo stare perchè, pur non essendo velenoso, potrebbe ferirci mordendoci. Ma lasciamolo stare anche per preservarlo dall’estizione e perchè la sua presenza mantiene l’ecosistema stabile.